Il capitano della Lazio Ciro Immobile è stato intervistato da Alberto Abbate su Il Messaggero. Tra gli argomenti affrontati dal bomber biancoceleste spiccano il derby di Roma e il suo periodo poco felice in campo. Queste le sue parole:
Come ha coltivato allora l’amicizia con Pellegrini, capitano dell’altra sponda?
“Prima con Lorenzo ci vedevamo di più, a casa o in qualche ristorante. Sopratutto quando sono nati i nostri figli, a pochi giorni di distanza, nella stessa clinica. Non ho mai detto una parola fuori posto, i tifosi della Roma quando mi incontrano per strada mi dicono “Non ti abbiamo mai visto fare una provocazione verso di noi” e per questo mi rispettano. I veri laziali mi hanno sempre riconosciuto prima come persona e poi come calciatore, e lo abbiamo visto anche domenica pomeriggio. Anche qui in società hanno deciso di farmi capitano, non perché avessi più presenze, ma per il ruolo e le responsabilità che mi assumevo. Ci sono tante componenti che mi hanno spinto a dare tutto per la maglia che indosso”.
Il ricordo più bello e il rammarico più grande.
“Il rimorso è sicuramente il finale di stagione del 2020. Eravamo davvero in un periodo forte, ci sentivamo un rullo compressore, un treno che andava a mille all’ora e non poteva fermarci nessuno. Invece ci ha stoppato il Covid, è finito tutto, anche il sogno scudetto. Sia con Inzaghi che con Sarri ho vissuto tanti bei momenti. Ho amato i derby in cui non ho giocato e me li sono goduti, senza ansia, grazie al successo“.