Il Messaggero – La partita è riaperta. E dopo avere incassato la denuncia per lesioni da parte dell’autista del tram contro cui ebbe un incidente il 16 aprile scorso, il bomber della Lazio Ciro Immobile parte al contrattacco e, per voce del suo legale Erdis Doraci, fa sapere di controdenunciare, a sua volta, conducente dell’Atac. In realtà non una singola querela, ma tre, vale a dire per sé e per ciascuna delle due figlie di 8 e 10 anni che quella mattina erano con lui a bordo del suv che si scontrò con il mezzo della linea 19 in piazzale delle Cinque Giornate all’altezza di Ponte Matteotti.
Un impatto micidiale: il muso della Land Rover che procedeva sul lungotevere si accartocciò su se stesso, mentre il tram venne addirittura sviato dai binari. “Abbiamo deciso di presentare una denuncia semplicemente a tutela sua e delle sue due figlie coinvolte nell’incidente – spiega l’avvocato di Immobile dopo il deposito della denuncia per lesioni che finirà all’attenzione dei magistrati di piazzale Clodio – Questa è una vicenda che, per buonsenso, doveva restare in ambito civilistico ma così non è stato”.
Dalle parole del legale traspare tutta l’amarezza del calciatore che, a pochi giorni dall’incidente, inviò anche un telegramma all’autista del tram, V. M., 56 anni: “Spero che al più presto ciò che è avvenuto diventi un brutto ricordo per tutti noi. Spero che tu stia bene e ti auguro una pronta ripresa. Un abbraccio, Ciro Immobile”, il contenuto del messaggio con cui il capitano della Lazio auspicava un prosieguo sereno della vicenda.
Eppure adesso, tutto torna in ballo. “Nell’incidente i miei assistiti hanno riportato ferite otto volte superiori, in termini di prognosi, a quelle dell’autista. Tutti e tre, ma in particolar modo le due bambine, hanno subito lesioni importanti ai fini della querela, con prognosi del solo pronto soccorso rispettivamente di 20 per Ciro, 30 e 50 per le bambine”, puntualizza Doraci.