Corriere dello Sport (I. Zazzaroni) – Sono giorni assai pesanti per la Roma, tra i più complicati della gestione Friedkin. Dopo le dimissioni di Lina Souloukou – indotte?, spontanee?, che importa ormai – e in attesa che Dan e Ryan esprimano un nuovo amministratore di Trigoria (e possibilmente anche un dirigente-cuscinetto che sappia di calcio tra loro e la squadra) siamo al vuoto di potere. Incalcolabili i danni, se si protrarrà a lungo.
Giovedì sera, assorbita la sconfitta con l'”irresistibile” Elfsborg, Mario Hermoso caduto dal pero ha fatto sapere che “c’è troppa negatività attorno alla Roma”. Beh, perlomeno qualcosa c’è, è qualcuno che manca: se uno s’impegna può star male ovunque, diceva il mio indimenticabile concittadino Freak Antoni.
Arrivo a Juric, che è sostanzialmente abbandonato a sé stesso: Ivan ha l’esperienza necessaria per affrontare tante situazioni, questa però è superiore alle sue forze, al suo coraggio, allo spirito di combattente, visto che è stato chiamato a sostituire uno dei romanisti più amati dalla piazza e che – attenzione – hanno fatto subito fuori chi l’aveva portato. Lina, appunto.
In difficoltà si ritrova perfino il ds Ghisolfi, al quale la scorsa primavera si era interessato anche il Monaco: temo che stia ancora cercando di capire dove l’hanno catapultato gli algoritmi di Gould: la Roma non è comoda, né per tutti.