La Gazzetta dello Sport (C. Zucchelli) – Dove prima Nils Liedholm diceva di palleggiare a Falcao e Bruno Conti oggi c’è un muretto in chiave moderna, con i led, e non ci si allenano Abraham e Pellegrini ma i ragazzi ella Primavera.
L’obiettivo della società è quello di costruire i propri talenti, lo era prima e lo è con Mourinho, un allenatore che vuole giocatori pronti ma che non si fa problemi a prendere giocatori dalla Primavera. Quando serve e quando può va a vedere la Roma di Alberto De Rossi.
Rispetto al passato non c’è più la voglia di andare a spendere 5-6 milioni per un giovane calciatore straniero spendendo tanti soldi tra commissioni e ingaggio. Il quadro dirigenziale del settore giovanile fa capo a Tiago Pinto, il responsabile del vivaio è Vincenzo Vergine, con cui lavorano Morgan De Sanctis, Simone Lo Schiavo e Bruno Conti. In futuro potrebbe entrarvi anche Alberto De Rossi, il cui contratto scade a giugno. La volontà continuare insieme, bisognerà decidere la forma.
La Roma ha impostato un metodo per lavorare con i giovani: i ragazzi vengono seguiti, premiati quando necessario (il caso di Bove, andato in ritiro perché aveva dato disponibilità a lavorare nonostante il gomito rotto), valutati in base a tecnica e comportamento, spronati a sfruttare la possibilità di allenarsi con Mourinho (Bove, Darboe, Zalewski e Felix fanno parte della rosa a tutti gli effetti).
Volpato sta scalando le gerarchie, ma anche Tripi, Missori, Keramitsis e Mastrantonio (per il quale il Psg ha mandato degli osservatori) sono in rampa di lancio. Il club segue i propri giovani in ogni passaggio, dall’istruzione alla vita fuori dal campo, con l’obiettivo di avere un’identità sempre più forte con il territorio come in passato. Previsto il mantenimento del tetto agli ingaggi nel settore giovanile.