Il Siviglia ti avvolge, ma il punto debole c’è

Corriere dello Sport (F.Patania) – «Nadie la quiere como nosotros ». Nessuno la desidera come noi, tradotto in italiano. Lo striscione, bianco e rosso, indicava la coppa disegnata dagli ultras “Biris Norte”. Il senso della coreografia: Siviglia dominatore del torneo per tradizione. La Juve ha avvertito la pressione dell’ambiente al Ramon Sanchez Pizjuan, un catino infernale e con un’atmosfera paragonabile alla Bombonera di Baires.

Quattro titoli di Europa League e altri due della vecchia Uefa raccontano l’abitudine alle finali, ma per conquistare la settima a Budapest gli andalusi dovranno superare un osso duro come Mourinho senza contare sullo stesso sostegno. Togliete il fattore campo, il peso della storia non basta. La Roma ci deve credere, non solo perché verrà accompagnata dal suo popolo in Ungheria. Il Siviglia non è imbattibile. Lo hanno dimostrato i 210 minuti di confronto equilibratissimo con la Juve, anche nel ritorno: sul taccuino abbiamo annotato sette-otto occasioni limpide e i bianconeri, nei supplementari, sono andati al tiro 7 volte contro 0 dopo averne subiti 30 in 90 minuti.

Gli spagnoli difendono alti, concedendo lo spazio per ripartire. Badé e Gudelj non sono dei mostri, il pallone regalato per il gol di Vlahovic non è stato l’unico errore commesso. L’ex Rennes all’Allianz ne aveva combinate di ogni colore. E’ falloso, si espone, non ha la protezione dei terzini. Linea a quattro larga e troppe vol te salvata dai prodigi di Bounou, eroico portiere del Marocco. Gli strappi di Abraham possono creare danni enormi alla difesa andalusa. Non sono invulnerabili nel gioco aereo. Da un angolo hanno preso gol da Gatti e al Pizjuan hanno sofferto in ogni situazio ne da calcio piazzato. Ci sono le possibilità di sfruttare un episodio, l’arte preferita di Mourinho.

Mendilibar ha riportato equilibrio, saggezza, cavalcando i canoni classici del modulo spagnolo (4-2-3-1) e sfruttando l’ampia gamma di soluzioni di cui dispone sulle fasce. Jesus Navas, capitano di 37 anni, scende poco. La squalifica di Acuna è un indiscutibile vantaggio per la Roma. Largentino è abituato a spingere, creando una catena pericolosissima a sinistra con Bryan Gil, il talentino rientrato dal Tottenham. Lo sostituirà Telles, brasiliano ex Manchester United e Inter: curriculum di livello, ma in fase calante. Quest’anno è diventato chiaramente una riserva.

La coppia mediana, a dispetto dell’età (35 anni a testa), resta di categoria superiore: Rakitic di fronte alla Juve ha di- 01800 pinto calcio con precisione e ritmi da ragazzino, Fernando è il classico equilibratore con fisicità spiccata e palleggio. La corsa di Bove e la fisicità di Cristante dovrebbero essere buoni antidoti.

AMPIEZZA. E’ uno dei punti di forza del Siviglia. Sanno attaccare la difesa a tre, ti spostano con frequenti cambi di gioco e ti saltano addosso. Ocampos taglia spesso per vie centrali e si aggiunge a El Nesyri, altro protagonista rivelato dal Marocco, su cui servirà il miglior Smalling in marcatura. L’argentino punta l’uomo, ma è anche pericoloso di testa e nell’attacco al secondo palo. Lamela, per il raddoppio alla Juve, lo ha imitato. Hanno indovinato la sventagliata per l’esterno destro almeno otto-nove volte in due partite.

Suso è l’altro cambio utilizzato da Mendilibar per stravolgere le partite. Oliver Torres è il trequartista invisibile, pedina chiave dell’ingranaggio: si sposta e si muove, creando la superiorità nella zona della palla. Spegnere l’uomo di collegamento con Rakitic e Fernando significherebbe troncare il gioco del Siviglia.

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