Corriere dello Sport (J. Aliprandi) –  Se Dybala nella Capitale fa una vita quasi monacale per dare il massimo e concentrarsi sulla Roma, Romelu Lukaku non si discosta molto dalla quotidianità del suo collega argentino. Trigoria, villa a Casal Palocco, palestra, qualche cena, e buonanotte. Niente feste e ore piccole, a trent’anni Big Rom vuole concentrarsi sulla sua vita professionale e la sua famiglia. Quindi i due figli, le sue più grandi gioie, che adesso rappresentano davvero tutto per lui.

Ieri era il compleanno del più grande, Romeo, che ha festeggiato cinque anni: “Tu mi hai cambiato la vita”, ha scritto l’attaccante belga sui social, postando anche tante foto della loro quotidianità tra passeggiate al parco, i giochi e la loro passione comune. Chiaramente il calcio. Quello che adesso Romelu vuole tornare a giocare dopo la squalifica scontata contro il Bologna, per un’assenza che si è fatta tanto sentire.

Senza di lui e senza Dybala la Roma è altra cosa, sicuramente più debole qualitativamente ma anche nella personalità. Quel carisma che il grande campione, Big Rom, riesce a trasmettere senza urlare ma solamente spiegando i movimenti, aiutando i giocatori dentro e fuori dal campo, e con la sua sola presenza. Lukaku è Lukaku, lo sanno tutti dentro lo spogliatoio, lo sa anche lui che si sente leader del gruppo e cerca come può di aiutare ogni singolo compagno di squadra a dare il massimo. Esattamente come fa anche in nazionale, soprattutto adesso che ne è anche il capitano.

Così è accaduto anche alla Roma, pur senza fascia, che adesso dovrà guidare nella delicata sfida contro il Napoli. Lui che agli azzurri ha segnato quattro gol in sei partite di campionato: un motivo in più per Mourinho di abbracciare il suo asso in attacco. Senza la JoyaBig Rom è certamente l’elemento indispensabile per il reparto offensivo, colui che dovrà guidare tutta la squadra con personalità e qualità.