Corriere dello Sport – “Vincere è la cosa più importante nel calcio. Non bisogna trovare scuse o professare qualche filosofia, serve solo essere un vincente”. Parola di José Mourinho, uno che di vittorie ne sa qualcosa e ne è ancora affamato.
La vittoria è nel Dna di Mourinho, motivo per cui il tecnico è sempre e inevitabilmente nei radar di club blasonati. E allora non può sorprendere se un anno fa il Portogallo voleva ingaggiarlo, se il Brasile lo aveva contattato, se il Newcastle ci aveva ragionato su e se l’Arabia era pronta a offrirgli lo stipendio più alto per un allenatore nella storia del calcio. Detto questo, non può neanche stupire se il nome di Mou, all’ultimo anno di contratto con la Roma, stia circolando con insistenza anche negli ambienti madridisti.
Il Mundo Deportivo – nonostante sia un periodico vicino al Barcellona – ha rilanciato ieri la candidatura di Mou per la panchina del Real Madrid dopo l’ormai probabile addio di Carlo Ancelotti alla fine della stagione.
“Testa sulla Roma, ma nel mio futuro ci sarà l’Arabia”, aveva detto José solo pochi giorni fa. Di certo le avances dei due club di Gedda, Al-Ahli e Al-Ittihad, si fanno sempre più insistenti. Dopo i 96 milioni netti offerti soltanto pochi mesi fa, adesso i sauditi sono pronti a offrire al tecnico uno stipendio ancora più alto (si parla di 50 milioni a stagione) per convincerlo ad accettare già a giugno. Ma i soldi non sono tutto, José lo ha già dimostrato, e se dovesse arrivare ufficialmente la proposta da Madrid, l’Arabia sarebbe una meta da considerare tra qualche anno. Perché il Real è sempre il Real.