Corriere della Sera (M. Ferretti) – Cambiano gli allenatori, non cambia la sostanza: la Roma è senza portiere. Non è bastato sostituire l’uomo in panchina per risolvere il problema Numero 1. Anzi. Forse è addirittura peggiorato. Svanita pure la flebile, forse infantile speranza del magico colpo di scena legato all’arrivo di un nuovo tecnico. La faccenda è seria e pure datata: la Roma ha un estremo difensore poco estremo difensore. Nessuno, però, sospettava che il giorno dell’esordio di Daniele De Rossi venisse ricordato (anche) per il paperone di Rui Patricio.
Azzardato aspettarsi, sabato scorso, il primo miracolo di DDR; giusto augurarsi, se mai, un Rui Patricio da clean sheet. Una mera illusione, visti i precedenti? Chissà. Può darsi. Peccato, però. L’avventura del portoghese nella Capitale, si sa, è avviata verso i titoli di coda, ma è presto per i saluti. C’è ancora quasi mezza stagione da giocare, poi le strade di Rui Patricio e della Roma si separeranno senza rimpianti. Ecco perché la diligenza di Trigoria ha il dovere (obbligo) di individuare in fretta il portiere per le prossime stagioni.