Corriere della Sera (R. Frignani) – Gli scontri all’ultimo derby e gli striscioni offensivi per la famiglia di Ciro Esposito hanno rappresentato la svolta. Una decisione rivoluzionaria, in controtendenza rispetto alla volontà dell’Uefa di aprire curve e tribune. In più nella Capitale c’è una disposizione precisa: la prossima stagione Roma e Lazio giocheranno all’Olimpico soltanto se i settori riservati agli ultrà saranno divisi, con barriere anti-scavalcamento e piccole sezioni dove sarà più semplice controllare i tifosi e identificarli in caso di incidenti o altri reati. E in questo modo dovrebbe essere anche più complicato srotolare striscioni lunghi decine di metri assemblati direttamente sugli spalti. È questa la decisione senza precedenti presa ieri dal prefetto Franco Gabrielli durante il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e comunicata ai rappresentanti del Coni e delle due società sportive.
Il piano di ristrutturazione prevede l’innalzamento delle barriere che separano i Distinti dalle curve, proprio in modo da evitare che i tifosi possano scavalcare da un settore all’altro, come accade di frequente da sempre; la divisione delle curve in due settori ciascuna, con «l’installazione di un apposita barriera» (anche in questo caso impossibile da scavalcare e comunque forse controllata dagli steward); la riduzione della capienza delle curve (circa 8mila posti); «l’installazione di apposite separazioni, atte a creare corridoi per rendere più agevoli le operazioni di filtraggio e pre-filtraggio dei tifosi che accedono alle curve». I lavori dovranno essere ultimati prima delle amichevoli estive che precedono la prima giornata di campionato – o anche il preliminare di Champions League – fissata per il 22 o il 23 agosto. La prima a giocare in casa sarà la Lazio. Prima di dare l’autorizzazione a scendere in campo ci saranno delle ispezioni nelle curve per verificare il rispetto delle misure di sicurezza. Anche perché la costruzione di altre barriere potrebbe portare a una revisione delle vie di fuga dai settori interessati occupati ogni domenica da migliaia di tifosi.