Il piano di Mourinho per riportare in forma Dybala

Corriere dell Sera Roma (L.Valdiserri) – Mourinho, come tutti gli allenatori, dice sempre che la partita più importante è la prossima. È il segreto di Pulcinella, però, che sull’agenda della Roma c’è una sola data segnata in rosso e sottolineata: 31 maggio 2023, finale di Europa League contro il Siviglia, a Budapest. Le partite contro la Salernitana (domani alle 18.30, solito bagno di folla all’Olimpico, con in più un concorso sul portale ufficiale del club che mette in palio un pallone da far autografare, una speciale t-shirt e l’incontro con i calciatori al termine del match) e quella contro la Fiorentina (sabato 27, alle 18, in trasferta) sono da gestire anche e soprattutto in vista della finale.

Il discorso riguarda Dybala, ma anche Smalling, El Shaarawy e Wijnaldum, che è però un bel passo avanti rispetto agli altri, visto che a Bologna ha giocato 53 minuti e a Leverkusen tutto il secondo tempo compreso l’infinito recupero. Sono i giocatori usciti da infortunio tornati a disposizione, ma ognuno con la sua specificità. È impossibile, ad esempio, che Dybala possa presentarsi a Budapest senza aver messo qualche minuto nelle gambe. Dal 24 aprile, giorno del fallo da espulsione di Palomino, incredibilmente perdonato dall’arbitro Irrati e dal Var, l’argentino ha giocato solo 27′ contro l’Atalanta, 20′ contro l’Inter e 15 nell’andata della semifinale contro il Bayer Leverkusen.

Contro Salernitana e Fiorentina sarà usato, anche se parzialmente, proprio in vista della finale di Europa League. Nelle rotazioni entreranno di nuovo Missori, che a Bologna ha convinto, e Solbakken, non inserito nella lista Uefa per problemi legati al Finan-cial Fair Play. Cristante/Matic e Belotti/Abraham faranno staffetta. La partita di Budapest è il chiodo fisso di ogni giallorosso. Poi, sarà quel che sarà. Dalla Francia, infatti, continuano le voci di un interesse davvero reale del Paris Saint Germain per avere Mourinho sulla sua panchina nella prossima stagione. Il d.s. Campos sarebbe il trait d’union. Ma di questo argomento, adesso, nessuno alla Roma vuole parlare. È troppo importante il presente.

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