Corriere della Sera (M. Ferretti) – È realmente credibile la cacciata di Ivan Juric nel caso in cui la Roma non dovesse andare incontro ad un risultato positivo contro il Monza? Conoscendo l’imprevedibilità dei Friedkin, tutto è possibile. Mai dare nulla di scontato con gli americani. Se l’esonero di De Rossi, arrivato dopo dodici settimane di un contratto triennale, rimane una storia ridicola, lo sarebbe ancor di più liberarsi anche di Juric con queste tempistiche e modalità. Non può essere che nella Roma l’approssimazione si trasformi in maniera palese in improvvisazione. Oggi come ieri l’allenatore a Trigoria è un uomo solo. Lo è stato Mourinho, lo era De Rossi ed oggi lo è anche Juric. Ghisolfi ha spiegato di aver spalleggiato l’addio di DDR ma adesso il suo compito è stare accanto al croato, anche se non è stato lui a sceglierlo. Lo stesso tecnico ex Torino si è detto soddisfatto per i progressi, evidenti, della Roma, e quindi comprendendo anche la trasferta di Boras. Tutto è andato meglio rispetto alle previsioni fatte da Ivan. A volte sapersi accontentare ti fa campare bene, ma non è garanzia di punti.