Pagine Romaniste (R. Gentili) – Giunge alla fine il riepilogo del girone d’andata dei giocatori giallorossi. Ripercorsa la prima parte di stagione di tutta la squadra, ci soffermiamo ora sulle riserve dell’attacco. Dall’acquisto estivo Eldor Shomurodov, al desaparecido Borja Mayoral fino ai sempre utili Stephan El Shaarawy e Carles Perez, arrivando fino a Felix Afena-Gyan e a Nicola Zalewski.
NON BASTA – Accolto da diverse perplessità, Eldor Shomurodov sembrava averle scacciate definitivamente con la super partenza. Gol alla prima, in Turchia contro il Trabznospor, assist per Veretout all’esordio giallorosso in campionato, replicato con il Sassuolo, questa volta a El Shaarawy per il gol decisivo. Prendendoci gusto, ne ha messi a referto due – sempre per il Faraone, poi per Abraham. Mourinho – autore del suo arrivo – lo premia meritatamente con la titolarità a Verona.
L’esordio dal 1’ non è sufficiente e scaturisce la lenta discesa nell’ordine delle preferenze di Mou. Gioca quindi spezzoni di gara, spesso nel finale, ed in maniera imprecisa. Sempre in trasferta, questa volta a Venezia, arriva tuttavia una nuova possibilità di mettersi in mostra. Lo fa, ma solo nel primo tempo. Ribalta il risultato con Abraham: una rete per uno ed assist reciproco. L’ultima chance arriva a Marassi. L’ex stadio si rivela avverso: sbaglia ogni occasione che gli si presenta. Relegato all’antico ruolo di riserva, viene rispolverato contro l’Inter, ma cade insieme a tutti, sbagliando però due occasioni. Arriva comunque a collezionare 15 presenze su 19 gare in campionato, segnando due reti e servendo tre assist. In Conference, dopo l’ottimo debutto, gioca tutte le partite, senza però incidere più di tanto. Alla fin fine, una riserva affidabile, anche se lo deve dimostrare di più. Voto: 5.
FARAONE E JOLLY – “El Shaarawy mi piace tanto”. “Per me è molto importante”. “Sa di essere un titolare”. L’opinione di Mourinho su El Shaarawy è piuttosto chiara. Il tecnico lusitano apprezza a dismisura l’esterno, considerato uno dei fulcri della sua Roma. Parole che il Faraone si è guadagnato facendosi trovare sempre pronto quando ad inizio campionato il tempo a disposizione non era quello sperato.
In Conference League, con le reti a CSKA Sofia e Zorya; in campionato, con il tiro a giro vincente contro il Sassuolo, nella partita numero 1000 di Mou, lasciatosi andare ad una corsa sotto la Curva Sud. Ciononostante, la titolarità non è arrivata. Mou gliel’ha riservata per il derby, giocato in maniera disordinata. Un leit motiv che ci sarà per un mese scarso, interrotto dal classico gol dell’ex contro il Milan. Va a segno anche con in Conference, con il Bodo in casa.
Il momento di forma raggiunge un ultimo apice, sempre in campo europeo: non segna, ma manda al gol Perez il vantaggio contro lo Zorya pennellando un deliziosissimo assist di esterno destro a tagliare l’area verso sinistra. Prima un’altra partita in cui viene ampiamente promosso contro il Genoa, altra ex. Ad inizio dicembre, però, arriva lo sventurato stop contro il Bologna. Rientrato ed accolto dagli applausi dell’Olimpico contro la Samp, spera in una maglia da titolare a San Siro contro i rossoneri di Pioli. Professionista esemplare e giocatore sempre utile alla causa. Voto: 6,5.
POCO ARROSTO – Gli spagnoli con Mourinho non hanno trovato vita facile. Lo confermano Perez e Mayoral. Abituati all’opposta considerazione di Fonseca, anche loro – come per il connazionale Villar – hanno assaggiato molta panchina dall’arrivo di Mourinho.
Ne ha assaggiata di meno l’esterno. In campionato trova la prima presenza già alla seconda giornata. Entra nel match avviando il raddoppio ed entrando anche nel terzo gol toccando intelligentemente per Abraham. Nelle successive partite, però, entrerà poco in campo. Spezzoni finali in cui non riesce ad incidere. Le idee sono buone, le esegue cercando sempre la giocata strabiliante, ma finisce per rimanere con un cero in mano. Stropiccia così i diversi inviti di Mourinho a rilanciassi, trovando la concretezza poche volte. Ce l’ha a Bodo: è, insieme ad Ibanez, l’ultimo a mollare, e con lo Zorya, dove segna. Subentra portando freschezza anche con Torino e Bologna, strappando una meritata sufficienza.
Quella in Emilia sarà l’ultima partita del 2021. Fermatosi per un affaticamento muscolare, vede le ultime due gare di campionato dalla panchina. La permanenza a Roma non è scontata. Data la non totale convinzione infondata, il club non lo considera incedibile. Il Cadice ha manifestato interesse, ma non ha presentato un’offerta. Poco contestabile l’abnegazione e la dedizione, necessità però di badare più al sodo. Troppo estroso. Voto: 5,5.
BASTERÀ UNA NOTTE DA LEONE? – Quando ha visto Dzeko dirigersi verso Milano, Borja Mayoral avrà strofinato le mani odorando la possibilità di essere finalmente il centravanti titolare della Roma. Il sorriso dello spagnolo si è infranto quasi subito, prima con l’arrivo di Abraham, poi con quello di Shomurodov. In estate poteva partire – c’erano diverse offerte, in Italia (Fiorentina) ed Inghilterra (Crystal Palace) – ma Mourinho ha optato per farlo rimanere.
Ne tesse le lodi con parole di stima, che però a ben vedere quasi stridono con l’impiego – centellinato – che ne ha fatto. Fino a novembre, in campionato riesce a giocare solamente in ventisei minuti: otto con la Salernitana, tredici a Verona e cinque a Venezia. Entra quando ormai il risultato è tratto e può obiettivamente poco. In Conference, invece, gioca cinque gare. Solo una da titolare. Buttato nel gelo di Bodo, nel freddo norvegese – che lo ghiaccia nelle pochissime occasioni che ha – Mourinho lo lascia dentro di spogliatoi. Al ritorno raccoglie dieci minuti. E l’assist per il pareggio di Ibanez (7).
Si guadagna così il posto da titolare per l’ultima apparizione europea, decisiva per superare il girone in testa alla classifica. Che passa dai suoi piedi, autori dell’intelligente assist del vantaggio e poi capaci di raddoppiare con un ammaliante colpo di tacco, di prima e spalle alla porta. È la chiave che gli apre le porte della titolarità anche in campionato. Contro lo Spezia, però, cancella tutto sbagliando sempre il passaggio. Sciupa inoltre una stuzzicante chance al limite dell’area, nata da un rinvio sbagliato di Provedel.
Il suo 2021 si conclude così. Forse anche la sua avventura alla Roma. Nell’imminente finestra di mercato di gennaio, sono tante le squadre che hanno bussato alla porta di Pinto e – soprattutto – a quella del Real Madrid, proprietario del cartellino. In Italia ci sono Fiorentina e Cagliari, in Inghilterra non è tramontato l’interesse del Crystal Palace.
Lo ha fatto anche Borja, determinato a mostrare il suo valore, che è sempre quello di un capocannoniere di Europa League. Se è vero che una rondine non fa primavera, un gol – vero di tacco, ma al CSKA Sofia – non ne fa un attaccante che possa catturare l’attenzione di Mourinho. Almeno così sembra. In parte dispiace, perché si è dimostrato sempre un professionista esemplare, ma le prestazioni non sembrano poterlo portare sotto gli occhi di Mou. Voto: 5.
ONE MORE KID – Ad oscurare Mayoral è stato lui: Felix Afena-Gyan. Mattatore nella Primavera di Alberto De Rossi, Mourinho lo inserisce gradualmente in prima squadra. Sorprendentemente, lo Special One lo butta nella mischia al Ferraris contro il Genoa. Lo aveva già fatto con Cagliari e Milan. In entrambe le occasioni si era messo in mostra facendo intravedere determinazione da vendere. Spacca la partita in Sardegna, contro il Milan mostra qualcosa. Fa vedere tutto a Genova.
Il risultato è bloccato sullo 0-0, in panchina c’è proprio lo spagnolo, ma per cercare disperatamente i tre punti, Mourinho si affida a lui. In un quarto d’ora la Roma si porta sul 2-0. Fa tutto Felix. Serve Abraham prima di raddoppiare lui stesso con un potente tiro dalla lunga distanza.
Mou lo ringrazia comprandogli un paio di famose scarpe. Fermato dal Covid, si rivede contro lo Spezia. Una gara non memorabile: entra a poco meno di trenta minuti dalla fine, subisce una prima ammonizione da rivedere, poi è offuscato dalla voglia di spaccare il mondo quando tocca abbastanza palesemente con il braccio e mette dentro l’ipotetico 3-0. L’arbitro estrae nuovamente il giallo. Appare anche contro nell’ultima uscita del 2021, ancora contro una ligure (la Samp). Si divora però il gol del possibile 2-1: raccoglie la respinta di Falcone, ma da due passi gli calcia addosso. Il ragazzo si farà. Voto: 6.
IL FUTURO DICE ROMA – È tra i gioiellini che Mou vuole plasmare. Ne coltiva la crescita in campo, lo abbraccia umanamente. A fine settembre il padre del giovane italo-polacco scompare. È la vigilia del derby. Mourinho lascia a lui l’arbitrio se esserci o meno. Nicola dice sì, Mou – Special One in tutto – gli concede gli ultimi dieci minuti. Passerelle anche con Empoli e Venezia: sei minuti totali. Qualcuno di più arriva in Conference: due minuti al ritorno con il Bodo, poi ventina con lo Zorya. Obiettivamente di tempo per sprigionare un talento cristallino ce n’è stato veramente poco. Ci sarà nel futuro. Che al netto dei vari interessi che suscita in A e B, dice Roma. La società lo ha infatti blindato fino al 30 giugno 2025.