Pagine Romaniste (R. Gentili) – All’alba del 2022 – ed in attesa del via dell’anno giallorosso, che partirà con la sfida contro il Milan – è tempo di ripercorrere il girone d’andata della Roma di Mourinho. Tra i pali c’è stata una vera e propria rivoluzione. I tre vecchi guardiani – Pau Lopez, Mirante ed Olsen – hanno lasciato Trigoria in maniera più o meno definitiva. Lo spagnolo è prossimo al riscatto da parte del Marsiglia, Mirante ha salutato per la scadenza del contratto trovando poi l’ingaggio proprio del Milan, mentre l’estremo difensore svedese è volato Oltremanica per accasarsi – a titolo temporaneo, ma con l’opzione per l’acquisto a titolo definitivo – allo Sheffield United.
Non appena si è insediato a Trigoria, nel disegnare la prima Roma da lui firmata, Mourinho ha esplicitamente richiesto un solo portiere: Rui Patricio. Due – presumibilmente – i motivi che hanno influenzato la scelta dello Special One: la stessa nazionalità e lo stesso campionato di provenienza.
Se Mou veniva però dal Tottenham, club che orbita nell’élite europea, il portiere 33enne proveniva dal Wolverhampton, club con una dimensione inferiore. Questo – in parte – ha accompagnato lo sbarco nella Capitale con un leggero scetticismo. Diffidenza nata però soprattutto per il costo dell’operazione: 11,5 milioni di euro. Una cifra – a detta dei più – non indifferente per un giocatore di quell’età e proveniente da un club di media classifica.
GARANZIA- Le critiche sono state messe a tacere immediatamente. Sin dalle prime uscite a difesa della porta giallorossa, Rui Patricio ha convinto, infondendo nei tifosi, ma soprattutto nella squadra, quella sicurezza venuta meno – o a tratti – nell’ultimo periodo.
Vacillata per un errore di disattenzione nella gestione con i piedi nell’amichevole con il Belenenses, Rui si è (ri)preso immediatamente la Roma. All’esordio ufficiale – contro il Trabzonspor, nell’andata del playoff di Conference League – il portiere lusitano ha mostrato attenzione per tutta la gara, salvata anche da un reattivo intervento nel finale.
Costanza di attenzione e prontezza quando chiamato in causa, hanno accompagnato Rui Patricio per gran lunga del campionato e della Conference League. Molte sono le vittorie arrivate (anche) grazie al portiere ex Wolves.
Una sola, infatti, la partita in cui il portoghese è stato insufficiente: il 3-0 con l’Inter. Contro i nerazzurri ha pesato infatti il gol da angolo di Calhanoglu. Nonostante non gli si possa imputare in toto la responsabilità, Rui ha la notevole colpa per il posizionamento, che ha facilitato il passaggio del tiro-assist del turco sotto le sue gambe.
Un’altra insufficienza – questa volta di gruppo – è senz’altro quella arrivata nella trasferta di Bodo. In Norvegia ci sono state negligenze nei primi due gol, nella quarta – in parte nella quinta – e nella sesta rete. Preso in considerazione quanto detto sin qui, il rendimento di Rui Patricio rimane estremamente costante. La cifra sborsata per vestirlo di giallorosso è fin qui ampiamente giustificata. Voto: 7.
ASSENTE – Costanza, dicevamo. Se ne ha giovato la squadra (e i tifosi), c’è anche chi ne ha ricevuto l’effetto contrario. Stiamo parlando di Daniel Fuzato, relegato sempre di più al ruolo di secondo. Nel significato più vero – e quindi crudo – del termine. Se Rui Patricio è stato accompagnato da scetticismo, lo stesso vale per Fuzato. Da stagioni, ormai.
Cambiano gli allenatori, ma il portiere brasiliano resta un oggetto misterioso. Quelle convincenti prestazioni nel finale di stagione con Fonseca sono stata solo un’illusione. Una Fata Morgana all’interno del caos in cui stagnava la Roma in quel periodo. Arrivato Mourinho, Fuzato – reduce anche dalla negativa esperienza al Gil Vicente la scorsa stagione – è stato confermato come secondo portiere. Lo staff di Mourinho – e Tiago Pinto con loro – ne hanno apprezzato il comportamento professionale, oltre a riconoscere le qualità tecniche, considerate adatte a ricoprire il ruolo di dodicesimo.
Solitamente il secondo viene utilizzato per le Coppe, nazionali e non. Tutto ciò, però, a Fuzato non è capitato. Mourinho ha infatti scelto Rui Patricio anche per tutte le gare di Conference League, di cui la Roma ha vinto il girone grazie alla vittoria contro il CSKA Sofia. Proprio in Bulgaria Mou decise di far esordire Fuzato. Decisione figlia della volontà di preservare Rui in vista dell’imminente sfida con l’Inter, ma che poteva costare caro. Carissimo.
La Roma stacca il pass per gli ottavi vincendo 3-2: sul primo gol sono poche le responsabilità, che però aumentano incredibilmente sul raddoppio. Il tiro di Wildschut è centrale e non impossibile da leggere, inspiegabile quindi il goffo tuffo a destra. Fortunatamente, la rete è arrivata sul finire di gara, a trenta secondi dalla fine, evitando così ulteriori rischi. E paure. Impreciso, poi, anche con i piedi. Mostratosi inaffidabile nella sola occasione in cui è stato in causa. Voto: 5.