C’è una nuova versione del fair play finanziario dell’Uefa che circola e che potrebbe servire un assist inatteso (?) al Milan versione 2.0 di Berlusconi e Mister Bee. Una serie di deroghe alla rigidità finanziaria che fin qui ha caratterizzato le norme, tale da ribaltare i rapporti di forza e consentire a investitori che si affaccino sul mondo del calcio adesso di poter fare piani di sviluppo subito senza doversi misurare con le regole che impongono l’equilibrio di bilancio. Tutto già a regime dalla stagione 2015-2016 e, dunque, nel caso di entrata in vigore, giusto in tempo per rendere indolori i passivi di bilancio del Milan e, soprattutto, la massiccia campagna di investimenti che sta caratterizzando la prima fase del nuovo assetto societario. A pubblicare il contenuto del documento è il quotidiano francese ‘Le Parisien‘, secondo il quale la riforma del fair play finanziario sarà messa ai voti nell’Esecutivo Uefa della fine del mese di giugno.
In sostanza si tratterebbe di una moratoria di quattro anni durante i quali nuovi investitori e proprietari di club avrebbero l’autorizzazione a spendere quanto serve per colmare il gap tecnico dalle grandi d’Europa senza dover rispettare i limiti di deficit imposti dal fair play. Dovrebbero presentare prima un business plan, impegnarsi a ripianare ogni anno le perdite fisiologiche della fase che definiremmo di star-up e, infine, a farsi trovare con un sistema in equilibrio al termine del periodo di moratoria delle sanzioni. Sarebbe questa la risposta dell’Uefa alle accuse di cristallizzare gli attuali rapporti di forza (se si può spendere solo quanto si guadagna nessuno, ad esempio, potrà mai investire per superare i più ricchi) e di chiudere alla concorrenza e all’ingresso di nuovi capitali. Il tema è anche oggetto di una vertenza del celebre avvocato belga Dupont presso la Commissione Europea, l’Alta Corte della Giustizia svizzera e i tribunali di Bruxelles e Parigi. Una versione anche più spinta di quelle circolate negli ultimi mesi e che prevedevano un alleggerimento, ma lasciando comunque dei limiti.
Se così fosse – e in attesa di conoscere nel dettaglio norme e cavilli – si tratterebbe di una rivoluzione epocale seppure con una beffa per chi oggi si trova in posizione irregolare. A quanto sembra, infatti, la riforma non avrebbe effetti retroattivi tali da sanare la situazione del Psg, che ha iniziato il suo ciclo di investimenti nel 2011. Anche per questo le critiche in Francia sono forti, seppure Platini abbia rimandato le osservazioni al mittente nelle ultime settimane. Il fair play è destinato a cambiare ma, sostiene il numero uno dell’Uefa, non a essere cancellato perché ha avuto effetti benefici sul calcio europeo e mondiale.
Calcinfaccia.it – G.Capuano