Il mister c’è ma lavora in smart

La Repubblica (M. Ferretti) – È tutto un punto interrogativo. Quando arriverà? Come arriverà? Con chi arriverà? E poi: chi comprerà? Chi cederà? Chi coccolerà? Ancora: dove abiterà? Dove mangerà? Chi frequenterà? A Roma non lo sa praticamente nessuno, in parecchi bluffano e se ne approfittano ma, in realtà, la verità è barricata dietro al silenzio che regna a Trigoria.

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E così, ovviamente, l’attesa cresce. E con essa proliferano ipotesi fantasiose, finti avvistamenti e dritte palesemente storte. Lui, Josè Mourinho, ogni tanto da Londra si diverte a postare sui social un messaggio, una foto, un like o un cuoricino in chiave romanista ma non dà concreti punti di riferimento. Qualche giorno fa ha pubblicato su Instagram una sua immagine durante una corsetta al parco condita da una didascalia in inglese: il sei luglio sta arrivando.

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E, ovviamente, un po’ tutti hanno pensato: ecco, ci sta dicendo che arriverà a Roma quel giorno. O che forse quel giorno comincerà la preparazione della squadra per la nuova stagione. Boh. Chissà, la data del 6 luglio potrebbe anche esser stata tirata in ballo senza alcun significato reale.

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Nell’attesa certezze poche, domande tante. A proposito: una certezza è che il suo sbarco a Roma sta assumendo sempre più i connotati di un evento e in tal modo, vedrete, verrà trattato. Come, dove, quando? È tutto un punto interrogativo, o no? Si sa con certezza, comunque, che tra un impegno e l’altro da opinionista per gli Europei, il portoghese si è messo in contatto con un sacco di giocatori, che ha dato disposizioni, consigli, suggerimenti, ordini. Ha cominciato a lavorare per la Roma pur non essendo ancora mai venuto a Roma. Un Mourinho in smart working (con tanto di accurata rassegna stampa quotidiana sulla Roma proveniente dall’Italia), verrebbe da dire.

 

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