La Gazzetta dello Sport (A.Gozzini) – Senza arrivare a scomodare Totti e Berlusconi, che in settimana hanno compiuto gli anni e che avrebbero potuto festeggiare sotto la stessa bandiera, sono tante le storie di mercato con protagonisti i due club. Certi collegamenti superveloci hanno avvicinato Milano e Roma e il mercato si è mosso di conseguenza: Milan e Roma sono state uno a fianco dell’altra, o uno contro l’altra, in tutta una serie di trattative.
KESSIE – L’estate ha visto entrambe muoversi sul binario Kessie. La Roma era partita per prima, diretta a Bergamo con un’offerta di 28 milioni all’Atalanta e poco più di uno a stagione al giocatore. Il Milan ha recuperato il ritardo in corsa e alla fine è arrivato per primo: pareggiata la proposta giallorossa, aumentato l’ingaggio a Franck e soprattutto rafforzato l’alleanza con Atangana, agente e consigliere che ha indirizzato il viaggio su Milano. La Roma è così rimasta a piedi, spiazzata, nonostante l’affare fosse in via di definizione: le società avevano discusso di contratti, pagamenti e altri dettagli se dettagli possono essere definiti contropartite del valore di Marchizza e Tumminello. Tutti hanno imboccato altre strade: l’ultimo è finito al Crotone e k.o. per la lesione del legamento, il primo all’Avellino passando dal Sassuolo e Kessie ha preso la coincidenza per Milano.
GLI ALTRI – L’estate ha visto alzarsi la temperatura anche in altri periodi: Montella aveva indicato in un giovanotto allenato nei ragazzi del vivaio giallorosso, Pellegrini, un gradito rinforzo per la mediana rossonera. Stavolta la Roma ha presentato il biglietto che aveva in tasca: con 10 milioni lo ha riscattato dal Sassuolo. Indiscrezioni inglesi volevano il Milan anche su Mahrez, obiettivo romanista. Stasera El Shaarawy e Romagnoli (acquistato nell’estate dell’operazione Bertolacci) saranno ex, Suso, Dzeko e Nainggolan quasi se si considerano corteggiamenti incrociati più o meno recenti. Pallotta e Fassone in estate hanno acceso un altro duello, mentre un tempo il dialogo era più disteso: Galliani e Sabatini facevano affari al telefono o di persona. Al limite c’era il citofono, e Galliani lo scelse per convincere Destro, che allora giocava centravanti per la Roma.