«Non dovete credere a tutto quello che leggete». In effetti, seguendo il consiglio di ieri di James Pallotta, basterebbe limitarsi a guardare i risultati sul campo per farsi un’idea della Roma. Tuttavia il presidente giallorosso tende a precisare come sia opportuno «mettere tutto nella giusta prospettiva. Sono presidente da soli 10 mesi. Le decisioni di cui sono responsabile, molte buone e altre meno buone, sono quelle prese dallo scorso agosto. Garcia è il primo allenatore scelto da me e mi sento di dire che resterà con noi a lungo. Ha dato prova di essere un vincente». Ad ascoltarlo, a poco più di un metro, c’è Sabatini.
SABATINI LANCIA RUDI
La presa di distanze di Pallotta lo chiama direttamente in causa. Lui sì, invece, che ha avuto voce in capitolo nelle scelte di Luis Enrique e Zeman. Sarà forse per questo motivo che per una volta non si lascia andare a voli pindarici e frasi roboanti ma si limita a spiegare – senza menzionare i vari «No grazie» ricevuti da altri tecnici – la decisione d’ingaggiare il francese: «Abbiamo preso Garcia per i suoi risultati, la sua storia e la sua grande voglia di Roma. Sono parecchi giorni che pensa alle scelte da fare, ci ha mostrato una volontà ferma e considera questa opportunità un traguardo importantissimo. Per noi rappresenta una sintesi tra gli allenatori avuti e quelli che avrebbero potuto essere, ovvero Luis Enrique, Zeman ed Andreazzoli che, a dispetto delle denigrazioni, hanno tutti portato qualcosa di buono alla Roma». Pallotta riprende la parola: «In futuro cercherò di essere più presente a Roma, almeno una volta al mese, ma Sabatini mi chiederà di venire meno. Ringrazio Baldini per il lavoro svolto, gli faccio gli auguri per il futuro: abbiamo deciso di fare un cambiamento. Lo stadio? Ci lavoriamo da gennaio 2012: sarà una piacevole sorpresa, uno dei migliori progetti visti in Europa». A fine conferenza, partitina di Basket tra Pallotta e Garcia, prontamente twittata dalla Roma.
Il Messaggero – S.Carina