Walter Sabatini non prende parte alla riunione fiume di Trigoria, tenutasi ieri, dove si è parlato molto delle dimissioni di Baldini e meno dell’allenatore. Di questo se ne sta occupando in prima persona proprio il ds (ora plenipotenziario), avvistato in giro per l’Italia e l’Europa a guardare, contattare e osservare, per non sbagliare. Il ventaglio di nomi è noto, le sorprese non sono escluse. La Roma si prenderà ancora qualche giorno per annunciare il nome dell’allenatore. Ma la gente a fretta. Anche a Tel Aviv si eleva il grido di dolore dei tifosi: «Ridateci la Roma», uno striscione esposto prima di Italia-Inghilterra under 21.
LAURENT IN RIBASSO – Franco Baldini aveva proposto Laurent Blanc, Baldini si dimette, Blanc finisce in terza fascia tra i preferiti della Roma. Un sillogismo scontato. Difficile pensare che l’ex ct francese ora come ora accetti di allenare i giallorossi senza il suo uomo al comando. Non sarebbe facile portare avanti un lavoro, un progetto. Specialmente se, l’attuale uomo forte nella Roma, ovvero Sabatini, è poco convinto di Laurent (non gli piacciono i suoi metodi di lavoro, lo vede più come ct). Non è né una questione economica, né di durata del contratto. Attualmente sono poco convinti tutti. La piazza compresa.
MANCIO FOR PRESIDENT – A proposito di piazza. A Roma, tra sondaggi su social network, telefonate alle radio, sms e twittate varie, emerge che il preferito di tanti è ora Roberto Mancini, visto come l’architetto della svolta, il colpo di teatro. La Roma ci ha pensato e ci pensa, c’è una parte della dirigenza caldeggia la sua candidatura. Operazione affascinante, sostiene Mancini; molto costosa, pensa però la Roma. E non solo per l’ingaggio, (l’ex tecnico del City comincia a ragionare dai cinque milioni in su), ma anche e soprattutto per pretese in sede di composizione della squadra: Mancini accetterebbe di venire a Roma e prendere insulti dei laziali traditi e dei romanisti portatori sani del pensiero «Roma ai (romani e) romanisti», ma non accetterebbe di guidare una squadra ambizioni minime. Lui chiede giocatori affermati e non scommesse. E Sabatini, infatti, non lo ritiene adatto. Per ora Mancini nega di essere stato contattato direttamente (anche se c’è chi sostiene che Fenucci lo abbia addirittura incontrato), c’è invece chi pensa sia Giorgio De Giorgis (amico e manager di Roberto) a tracciare il percorso di un suo approdo nella capitale. Per adesso Mancio è nella sua Jesi. Va in bici, alla Luis Enrique. Il nome di Mancini piace anche alla seconda metà (pubblicamente silenziosa) della proprietà giallorossa.
IL SERGENTE GARCIA – Il preferito di Sabatini ormai è noto: Rudi Garcia. Pure lui, come Blanc, ha ricevuto l’offerta di un anno dal Psg, intenzionato a prendere un tecnico traghettatore per poi, l’anno prossimo, affidare la panchina al francese Wenger. Garcia preferirebbe Roma, che gli offre un contratto pluriennale e un progetto a lunga scadenza. Se Sabatini ha qualche dubbio, non è certo sulle qualità tecniche di Rudy. Lo reputa un allenatore bravo, caratterialmente tosto, in linea con le famose esigenze e sogni sbandierati due anni fa. Se sceglie Sabatini e lui è il preferito…
ATTENTI AL LOCO – Torna in pista Marcelo Bielsa, che sì era uno dei favoriti di Baldini, ma che però piace anche a Sabatini. Bielsa sarebbe intenzionato a lasciare il Bilbao. Si parlava di un suo arrivo al Santos per 4 milioni a stagione. Ma sembra che Bielsa abbia alzato la richiesta economica al club brasiliano per farsi dire di no. Traduzione: alla Roma per prendere el loco ne basterebbero molti meno. Come ne basterebbero meno per arrivare a Pioli o Colantuono. Simeone non ha prezzo, lui è sicuramente più laziale di Mancini.
Il Messaggero – A.Angeloni