Il mercato che avvicina ai bianconeri

sabatini

La Repubblica (M. Crosetti) – Ancora non si capisce se sia più realtà o più desiderio questo teorico avvicinamento alla Juve da parte di Inter, Milan e Roma. Forse è vero o forse no, e comunque il mercato resta troppo aperto per azzardare valutazioni pesanti. Forse è la chimera dei grandi numeri (i bianconeri mica potranno vincere in eterno), magari è solo una cabala, una sensazione diffusa. Oppure è sostanza logica che comincia in campo, dai nomi nuovi e dall’eventuale rinnovamento di quelli vecchi, e finisce nelle teste dei grandi sfidanti. Tra qualche mese avremo quasi tutte le risposte. Il desiderio (o la realtà) di Milano e Roma comincia da un fatto inequivocabile: la Juve ha perduto, più per forza che per amore, un bel po’ del cuore pulsante che ne animava i battiti. Pirlo, Vidal e soprattutto Tevez non sono sostituibili, soltanto cambiabili. Con denari d’estremo oriente e America, Inter, Milan e Roma hanno già messo sul tavolo almeno 300 milioni: non accadeva da tantissimo tempo.

La possibilità di spalmare nuovamente i debiti, e le maglie allentate del fair play finanziario hanno riempito i bancomat di Bee, Thohir e Pallotta. Alla prima occhiata, qualche grosso nome è davvero arrivato e ha forse ridotto un po’ l’abisso scavato dai bianconeri. L’ultimo colpo possibile, cioè Ibrahimovic, darebbe ancora più corpo alle suggestioni o forse alle illusioni, ma pure la Juve non ha chiuso i conti e si prepara a comprare un po’ di fantasia. La scelta di qualche nome tedesco indica una strada chiara, anche se Draxler e Goetze sembrano soprattutto belli da vedere, con non poche ombre da chiarire.

Che poi tutti si augurino un maggior equilibrio non è una gufata anti bianconera: le ultime annate sono state un po’ noiose e abbastanza misere, e questa non è certo una colpa della Juve. La quale ha già in animo il quinto scudetto consecutivo, come all’epoca del Trentennio, ma soprattutto la conferma in Champions. Proprio il territorio in cui l’assenza dei tre vecchi draghi potrebbe provocare maggiore vuoto, e nostalgia.

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