La Gazzetta dello Sport (S.Vernazza) – Tra Roma e Napoli non è aperta soltanto la questione del secondo posto, per quanto la debolezza dell’avversario dei giallorossi, l’insulso Genoa della corrente stagione, lasci presumere che gli ultimi novanta minuti romanisti saranno una pura formalità. A lume di logica la Roma, oggi seconda, avanti di un punto sui sarriani, andrà in Champions senza passare per i playoff, sorta di tortura estiva che dovrebbe toccare al Napoli. Tra Roma e Napoli c’è da sciogliere anche il nodo del capocannoniere e qui la situazione è più fluida: 28 gol il romanista Edin Dzeko, 27 il «napolista» Dries Mertens. Non si può escludere dalla volata Andrea Belotti, terzo con 25 reti e oggi alle prese con la penetrabile difesa del Sassuolo, ma insomma, i favoriti sono loro, Dzeko e Mertens.
AVVERSARI MORBIDI –Vale il discorso iniziale. Verso sera Dzeko dovrà vedersela con la burrosa difesa genoana, 61 gol subiti in 37 partite, mentre Mertens avrà davanti la più solida Sampdoria, che di reti ne ha ingurgitate comunque 51, non poche. Facile immaginare una Roma che, sbloccato lo 0-0, si metta al servizio del suo bomber, anche se da un certo punto in poi, con l’ingresso di Totti, buona parte dei rifornimenti verrà stornata a favore del capitano, a caccia di una rete per santificare a dovere il suo lungo addio. Un dettaglio rilevante, ma vale il contrario, può essere pure che Totti imbocchi Dzeko coi suoi assist e celebri nel segno dell’altruismo la sua ultima partita in giallorosso.
TIPOLOGIE – Lo sprint per lo scettro di capocannoniere è interessante sotto l’aspetto tecnico perché mette di fronte due tipologie diverse, se non opposte, di attaccante. Dzeko incarna il centravanti classico, altissimo – un metro e 92 dicono alcuni almanacchi, 1 e 93 altri – e potente. Mertens al contrario è un falso nove, tutto piccolezza — 1,69 di altezza – e abilità. Dries capocannoniere sarebbe una magnifica eccezione. Non sono molti gli attaccanti «anomali» ed essersi impossessati del trono di re del gol in Italia. Nel nuovo millennio ci sono riusciti soltanto Totti, Del Piero e Di Natale, in realtà dei numeri dieci, al massimo dei nove e mezzo. Per trovare altri intrusi bisogna risalire al decennio d’oro del nostro calcio, i favolosi Anni Ottanta, con i capocannonieri Platini – tre volte di fila: 1983, 1984 e 1985 – e Maradona (1987).
COMPLETEZZA – Sarri ha adattato Mertens al ruolo per cause di forza maggiore: via Higuain e infortunato Milik, l’allenatore toscano ha piazzato il belga tra le linee e ne ha ricevuto in cambio un rendimento straordinario. Oltre a 27 gol, lo score parla di 8 assist e 41 cross, bilancio straordinario, ai confini della realtà. Certe volte Mertens ha avviato l’azione e l’ha conclusa. Costruttore, rifinitore, esecutore. Al di là del conteggio delle reti, a Mertens andrebbe assegnato il premio di miglior attaccante del campionato, la completezza fatta giocatore, e del resto Dries porta sulla schiena il 14, numero che apparterrà per sempre a Johan Cruijff, la più universale delle punte. Tra l’altro, particolare significativo, se Mertens chiudesse da capocannoniere, tre delle ultime cinque classifiche marcatori risulterebbero appannaggio di giocatori del Napoli (Cavani nel 2013 e Higuain nel 2016 gli altri due vincitori «napoletani»). La cosa avrebbe un significato potente, darebbe fiato a quanti sostengono che da tempo a Napoli si giochi il calcio più offensivo d’Italia. Mertens attraversa un periodo straordinario, nelle ultime tre giornate è entrato in nove gol: cinque reti le ha segnate di persona e quattro le ha generate con assist. È in fase ascendente e oggi a Genova la squadra giocherà per lui quanto e più la Roma per Dzeko.
CASA E TRASFERTA – Dzeko ha segnato 17 dei suoi 28 gol in casa, è il giocatore più prolifico del campionato tra le mura amiche e la Roma oggi gioca all’Olimpico. Mertens per contro è l’attaccante più fertile in trasferta, 14 delle sue 27 reti le ha realizzate lontano dal San Paolo e oggi il Napoli è di scena a Marassi. Tutti e due godranno degli habitat preferiti. Mertens, rispetto al rivale, può far valere una miglior media: va a segno ogni 92 minuti, in pratica mette un timbro a incontro. Dzeko è lusingato dalla storia: se oggi ne fa uno, eguaglia il record di gol di un giocatore della Roma in Serie A, primato che appartiene a Rodolfo Volk, capace di 29 bersagli nel lontano 1930-31. Se segnerà due o più reti, il record sarà tutto suo. Non parliamo di robetta, anzi. La Roma, nel corso della sua storia, ha avuto fior di centravanti: Da Costa, Pruzzo, Batistuta e Montella, per citare i primi che ci ritornano in mente. Riuscire a oscurare nomi del genere varrebbe quanto una laurea.
CONCLUSIONI – Attenzione al terzo incomodo, il Gallo Belotti, coi suoi 25 gol. È vero, gli serve almeno una quaterna per salire a 29 e nutrire una speranza. Quattro reti in un colpo solo sono tante, forse troppe, ma nel calcio rilassato di fine stagione, e nell’economia di una partita senza significato di classifica come Torino-Sassuolo, tutto potrebbe accadere. Ricordiamoci di Parma-Livorno 6-4 del maggio 2005: 4 gol Gilardino, 4 gol Lucarelli, e alla fine Cristiano Lucarelli vinse la classifica cannonieri.