Il Messaggero (M.Ferretti) – Vi ricordate Rudi Voeller? Domanda stupida, ce ne rendiamo conto. Allora, proviamo in un’altra maniera: vi ricordate tutti i gol del Tedesco che vola? Qui la faccenda, è evidente, si fa un pochino più complicata. Ma se restringiamo un po’ il cerchio, forse il compito diventa più facile: vi ricordate i gol di Rudi de Noantri nei derby? Semplice, no? Bene, avete in mente quello al Flaminio, di testa, Orsi battuto sotto la Sud e vittoria per la Roma di Gigi Radice? Sì, non ci sono dubbi: lo avete impresso alla perfezione nella vostra mente. Ci mancherebbe altro… Ma vi ricordate anche che giorno era? Ok, vi diamo un mano noi: 18 marzo del 1990. Ventotto anni ieri. E, non ci crederete, ma qui entra in ballo El Shaarawy. Piano con il dire che il Faraone è come Voeller, per carità. E Stephan non ce ne voglia. Solo che quel gol di Rudi era l’ultimo segnato dalla Roma giocando di 18 marzo. Dal derby del Flaminio in poi, niente. Quattro partite ufficiali dei giallorossi, due sconfitte e due pareggi, e zero reti. Poi, Crotone. Poi El Sharaawy, e tanti saluti al tabù di Rudi. Roma in vantaggio, preludio della sesta vittoria negli ultimi sette turni di campionato arricchita nel finale dalla rete di Nainggolan.
DAMMI I TRE PUNTI E… – Ci si aspettava una prova di maturità dopo la vittoria contro lo Shakhtar e, a conti fatti, l’esame (più mentale che tecnico-tattico) è stato superato. Anche con una Roma in maschera, considerati i sei volti nuovi rispetto alla magica serata dell’Olimpico contro gli ucraini. Nulla di straordinario sul piano del gioco, sia chiaro, ma in questo momento della stagione è necessario soprattutto (o forse soltanto) far punti. Il mini campionato a tre per due posti nella Champions del prossimo anno vede ancora in testa la squadra di Eusebio Di Francesco: l’Inter dell’ex Luciano Spalletti, che ha giocato una gara in meno delle due romane, ha dato ampi segnali di risveglio, quindi il traguardo finale è ancora lontano (o vicino) per tutti. La Roma, vincendo a Crotone, ha dato più un segnale a se stessa che agli avversari: se vogliamo, possiamo. Qualcuno potrà obiettare: sì, ma il Crotone non è il Barcellona. Esattissimo. Ma neppure la Spal lo è, eppure giocare contro queste squadre non è mai facile. Specie quando, come in questo periodo, i punti valgono oro, sia in testa che in coda. Dammi i tre punti e non chiedermi niente: fino alla fine, per quanto ci riguarda. Senza indugio alcuno.