Il Messaggero (S. Carina) – È una Roma a due velocità. Davanti corre, forse è esagerato dire che si diverte ma comunque bene o male trova sempre il modo di fare gol all’avversario. Otto gare stagionali, compresa la gita a Tiraspol, 17 reti. Media, oltre 2 centri (2,1) a partita. E se il dato può essere annacquato dal settebello rifilato all’Empoli, c’è comunque il fatto che la Roma non è mai rimasta a secco. Difficile se davanti hai due come Lukaku e Dybala.
Prendendo in considerazione soltanto gli ultimi due anni con al timone José, la nuova Roma arranca a -5 e -7. Infortuni, fatica dei nuovi ad integrarsi, mercato condizionato dai paletti del Ffp e quindi caratterizzato in ruoli chiave da figurine di qualità ma di una fragilità estrema più una difesa che ha perso la solidità che l’ha sempre caratterizzata. I due errori nel primo tempo della premiata ditta Ndicka-Rui Patricio potevano costare cari. L’ivoriano abbiamo capito che per caratteristiche è diverso da Ibanez. Chissà se continuare a rimarcarlo ad ogni occasione (lo) aiuta. Forse, ad agevolarlo, potrebbe essere il ritorno di Smalling (out con il Servette, si spera in panchina a Cagliari). Perché anche il brasiliano aveva un rendimento con Chris vicino e un altro (molto più deficitario) senza.
Per conferma basta vedere gli errori che sta collezionando in Arabia. Non in Premier League. E poi c’è la mancanza del signor Matic. Che faceva reparto da solo, coadiuvato d Cristante. La stagione della Roma passa proprio dalla ritrovata solidità. Perché poi lì davanti, la Lu-Pa un gol lo segna sempre.