Il Director Sustainability e Community Relations Department Francesco Pastorella, laascia la Roma dopo tre anni. L’ex dirigente ha scritto un lungo post sul suo profilo Facebook per salutare la società e la tifoseria. Queste le sue parole:
“Cari romanisti,
Non avrei mai pensato di scrivervi questo messaggio, ma purtroppo è giunto il momento di salutarci.
È difficile salutare, tremendamente difficile, ho iniziato a scrivere almeno una ventina di volte, poi ho buttato via la penna e rimandato ad un altro giorno, quasi evitando di accettare una realtà che non ti piace, ma voi mi capite, lo so.
Il 30 giugno scadrà il mio contratto con la As Roma che ringrazio nella persona del Presidente Dan Friedkin che mi ha offerto di proseguire il cammino nel Club.
Purtroppo, a volte le strade si separano, magari solo provvisoriamente, o solo professionalmente, perché quando vivi per LEI e la porti nel cuore da quando sei nato, niente e nessuno riuscirà mai a separarvi.
Quando mi chiamarono ad essere un dirigente della mia Roma, l’emozione provata è stata indescrivibile, la corsa al cimitero da mio padre per dirglielo, l’orgoglio che son certo lui abbia provato ovunque egli fosse, l’ho sentito fortissimo, così come la mattina dopo, al ritorno da Tirana, quando gli ho portato la coppa in miniatura e l’ho posizionata davanti la sua lapide. Abbiamo pianto insieme, ancora una volta, sempre e solo per la nostra Roma.
Sono stato chiamato per avvicinare la società alla città, per mettere davvero il tifoso al centro di ogni cosa, per coinvolgerlo quotidianamente in ogni cosa che la Roma progettava e realizzava: un progetto concreto portato avanti grazie alla lungimiranza di questa proprietà.
Abbiamo lavorato per fare la differenza, iniziando a condividere idee e proposte che partivano direttamente da voi romanisti; per la prima volta un tifoso poteva proporre un progetto e la società lo esaminava e magari, come accaduto diverse volte, lo realizzava.
Ci sono cose che solo noi romanisti possiamo percepire appieno.
La ferita ed il dolore provato per quelle vite spezzate (padre e figlio) dopo Roma-Bayern, per lo storico striscione dei Fedayn, o per l’omicidio di Antonio De Falchi, quel senso di appartenenza nel provare lo stesso dolore provato da un fratello con il quale hai condiviso e condividerai per sempre l’amore più importante della tua vita, quelle finali perse, la delusione che moltiplica l’amore ed il desiderio di amare che nessuno potrà mai comprendere, quell’orgoglio che ci porta ovunque a testa alta perche’ Romani e Romanisti.
Noi romanisti non dobbiamo essere primi, non importa vincere, perché siamo e saremo sempre UNICI.
Mettere insieme le varie realtà della città sotto il cappello della nostra Roma, incredibile fil rouge che accomuna grandi leader politici agli altrettanti importanti mestieri meno celebrati, poiché tutti, appena ti incontrano, ti chiedono:”chi se compramo?”(cit. Mario Draghi) .
La Roma, il più naturale, impetuoso, coinvolgente, accomunante icebreaker che abbia mai provato.
Parli della Roma e siamo tutti uguali!
Pensiamoci bene, questo è un miracolo!
E da qui la consapevolezza di poter influenzare positivamente i nostri tifosi e non solo, soprattutto i più giovani, di poter aiutare genitori, educatori e istituzioni nel trasmettere valori positivi e, perché no, cambiare cultura su argomenti come inclusione, diritti umani, ambiente, integrazione, temi giustamente cari alle Nazioni Unite ed alla commissione Europea che, insieme alla Uefa, hanno designato proprio la As Roma come primo e unico club europeo pilota per la strategia di sostenibilità. Bravi tutti! Orgoglio!
Abbiamo fatto l’appello e tutte le realtà cittadine hanno risposto presente!
Scuole, parrocchie, scuole calcio, comitati, associazioni, Case famiglia, Roma club, giornalisti, radio, website, istituzioni locali, nazionali ed internazionali hanno TUTTI fatto la loro parte per il bene della città ed a supporto delle iniziative che organizzavamo.
Un community network di quasi 700 mila famiglie!
Non mi sono mai risparmiato lo sapete, sono stato sempre presente, sacrificando il tempo libero perché così era giusto, ho risposto a tutti, su tutti i social, perché se un romanista mi scriveva, significava che ci aveva pensato, che per lui si trattava di una questione importante, personale o comune a tutti poco importa, ma importante!
Come in amore, ciò che è importante per la persona che ami, deve diventare importante anche per te, perché lo è per lei.
E noi romanisti siamo tutti innamorati di LEI.
Non ci capiranno mai, non capiranno mai perché ci cambia l’umore, perché esce il sole anche quando diluvia, perché i problemi scompaiono all’improvviso, perché ci sentiamo forti, invincibili quando LEI vince.
Non capiranno mai perché piangiamo per una partita, per un infortunio, per una pezza , per un fratello che non può entrare allo stadio, non capiranno perché viviamo in totale simbiosi e se anche ci rivediamo solo due-tre volte al mese in occasione della partita, beh è come se il tempo si fosse fermato, non capiranno mai perché con Tonino abbiamo lavorato duramente per regalare il biglietto della finale di Tirana a chi aveva assistito alla disfatta di Bodo, non capiranno mai perché portare la coppa tra la gente, nelle borgate significava ciò che Michela Cota, ragazza cieca della Roma calcio non vedenti, ha urlato dopo averla toccata :
“Questa coppa è nostra! È di tutti!”
Sì Michela, la coppa, anzi la Roma è e sarà sempre nostra! Ma che ne sanno l’artri!
Come disse Ryan Friedkin in un discorso fatto ai dipendenti un paio di anni fa “non siamo i proprietari, ma i custodi di questa realtà che si chiama Roma”.
Ve lo dico senza piaggeria nè interessi, i Friedkin sono la cosa migliore che ci potesse capitare. Seri, solidi, determinati, capaci, potrei aggiungere aggettivi a non finire, ma dico solo che è stato un orgoglio lavorare per loro e poter dire: “Quello è il mio Presidente!”
Abbiamo sottoscritto protocolli di intesa con agenzie dell’Onu, premi Nobel per la pace, quali World Food Programme e UNHCR, con Roma capitale, protocolli che non sono rimaste buone intenzioni, ma che si sono concretizzati in azioni strutturate e programmate che stanno incidendo positivamente sui nostri giovani.
Abbiamo ricevuto riconoscimenti a livello internazionale, europeo e nazionale.
Abbiamo affiancato le istituzioni che hanno sovente chiesto il nostro aiuto (campagna vaccinazione, raccolta sangue, bullismo, inclusione, integrazione, violenza contro le donne).
Abbiamo contribuito a cambiare una legge, grazie alla campagna contro la violenza sulle donne “Amami e Basta”, istituito Camp sociali per i bambini meno fortunati delle periferie, realizzato progetti musicali per le scuole grazie al fratello Marco Conidi, sempre presente gratuitamente e disponibile così come il grande Vincent Candela , fuoriclasse come professionisti, ma soprattutto come persone; abbiamo fornito servizi per le categorie svantaggiate (amputati, non vedenti, donne vittime di violenza, anziani, genitori con figli ospedalizzati) grazie al progetto Superiamo gli ostacoli attivo 7 giorni su 7!!!!
Non dimenticherò mai gli sguardi grati dei bambini delle periferie, dei loro genitori, degli anziani incontrati, dei rifugiati ucraini scappati dalla guerra, dei bambini di Tirana e Budapest che mentre stavamo giocando a pallone con loro mi hanno abbracciato, così come si dice a Roma, a buffo, felici perché la Roma era andata a trovarli.
Non dimenticherò mai gli abbracci dei nostri tifosi, le cene con i club o gli incontri di scuola di romanismo a Testaccio, Garbatella, San Luca, Sant’Ignazio, Pietralata, Olimpus, comunità ebraica.
Testaccio, dove quei meravigliosi ragazzi, che portano il romanismo dentro, mi trattano come uno di loro, che sono felici quando li vado a trovare, che mi invitano alla loro cena senza alcun motivo, che contano su di me per i progetti futuri e mi dimostrano affetto e amore in ogni singola occasione, ogni messaggio, ogni sguardo… ho tutto qui dentro nel mio cuore.
E i Roma club, protetti, ascoltati, coinvolti, sollecitati affinché anche chi non ha ben chiara la storia della Roma potesse riconoscere l’impegno, la dedizione, la costanza di chi c’è sempre stato anche quando allo stadio andavano in 20 mila.
Dulcis in fondo la Curva Sud. Quella curva che ci inorgoglisce sin da bambini, che ci fa tremare ogni volta che saliamo quei gradini e ci troviamo lo stadio davanti, che ci dà forza sempre e comunque con sostegno incondizionato a prescindere da ogni risultato. Che chiede solo massimo impegno, attaccamento alla maglia e rispetto per chi vive letteralmente per Lei.
La frase “ Con Pallotta no, con Roma Cares sì” detta in un magazzino di Cinecittà durante il periodo Covid, mentre stavamo preparando i pacchi cibo per gli anziani che non potevano uscire di casa, che stava a significare: “Vogliamo aiutare anche noi”, ha rinsaldato, laddove ce ne fosse ancora bisogno, un legame fatto di amore puro e trasparenza che si può trovare solo tra persone vere o tra innamorati, o come in questo caso, in entrambi.
Non dimenticherò gli insegnamenti del Capitano Ultimo, eroe nazionale, con il quale abbiamo condiviso un percorso di sensibilizzazione e crescita dei nostri giovani calciatori, nonché di inserimento dei suoi ragazzi.
Non dimenticherò i consigli del dott. Maurizio Costanzo che ascoltava con attenzione, proponeva e suggeriva soluzioni tanto semplici quanto geniali. Le chiacchierate fatte, l’orgoglio con cui raccontava le iniziative condivise, nonché la volontà di coinvolgere tutte le radio e media locali, faranno sempre parte dei momenti più formativi e coinvolgenti della mia carriera.
Tutto quello che abbiamo fatto è stato possibile grazie ad un team straordinario che ho avuto l’onore di gestire. Un team di persone tanto umili quanto capaci e volenterose che non si è mai sottratto ai ritmi serrati che un dipartimento del genere pretende. Un team che ha lavorato con amore per la Roma e per i suoi tifosi.
L’insostituibile Tatiana, il mito giallorosso Tonino, l’affidabile Sara, il proattivo e tosto Alessandro, il giovane Daniel, l’esperto Gabriele, aggiungo anche il dotto Massimo e il capace Luca, tutti professionisti esemplari, specchio dei dipendenti della nostra Roma.
Gente che lavora sodo a qualsiasi ora ed in qualsiasi giorno, non avendo alcuna visibilità ma essendo indispensabili al funzionamento di una società importante e complessa come la nostra.
Grazie ancora per avermi dato la possibilità di regalare sorrisi, gioie, forza a chi “aveva solamente te e poco altro per star bene …”
Il mio cuore è a pezzi, ma l’orgoglio di essere romanista, la consapevolezza di aver dato tutto, la certezza di aver reso fieri di Lei i nostri tifosi, mi danno conforto.
“…ho sempre avuto due colori in fondo al cuore,
per loro io combatterò,
e non sarò mai stanco di gridare al mondo,
per sempre ti ameró”
FORZA LA ROMA, SEMPRE!”.