Il Messaggero (A. Angeloni) – Sono i giorni di crisi, di tristezza e riflessioni, degli allenamenti che nessuno ha più voglia di fare, finalizzati a una partita, Turchia-Italia, a Konya martedì, che in pratica è un’amichevole (vale per il ranking). Roberto Mancini è tormentato: resto, vado. Aspetta. Non ha fretta, coma la Figc. La squadra, da lui, ha percepito subito dopo il fischio finale della sfida del Barbera che non c’era grande possibilità di continuare insieme (“vi vorrò sempre bene“), è stato troppo grande il botto.
Mancini davvero non se lo aspettava, e dopo la sconfitta era un pugile suonato. Ieri a Coverciano ha mostrato l’altro lato del carattere, ha cercato di dare forza al gruppo, come se si sentisse ancora (e di fatto lo è) il ct. Ma in realtà sta solo pensando e non vuole sbagliare. Si chiede i pro e i contro di una decisione.