Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Dal marzo di Spalletti (sconfitte con Lazio, Napoli e Lione in nove giorni) al dicembre di Di Francesco (k.o. con Torino e Juve, pareggio contro il Sassuolo che vale come una sconfitta in undici). Cambiano i mesi e cambiano gli allenatori, resta uguale il destino dei tifosi romanisti, che a ogni stagione sperano di vincere qualcosa — o almeno di lottare fino in fondo per qualche obiettivo — e devono rinunciarci con largo anticipo. Le vere soddisfazioni sono venute dalla Champions League, con lo straordinario primo posto nel girone con Chelsea e Atletico Madrid, ma non si può certo chiedere ai giallorossi di vincerla. La bulimia da turnover è costata l’eliminazione dalla Coppa Italia e lo scudetto è ormai un’utopia, con Napoli e Juve che vanno a doppia velocità. Il vero obiettivo, ormai, è entrare nelle prime quattro e il pareggio tra Inter e Lazio è l’unica buona notizia della giornata. Si può discutere su tutto e di tutti, ma la sintesi la fanno i numeri e quelli della Roma sono questi: 3 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte nelle ultime 9 gare, tra coppe e campionato; un attacco anemico capace di segnare più di un gol in una sola partita: Roma-Spal 3-1, con gli estensi ridotti in 10 dopo 11 minuti; un solo gol di Dzeko, che ieri è stato comunque uno dei meno peggio, nelle ultime 15 gare.
In più c’è il caso Schick, scoppiato ieri con una sostituzione punitiva al 4’ del secondo tempo, quando tutti gli allenatori del mondo cambiano i giocatori all’intervallo o lasciano loro almeno un altro quarto d’ora. Schick, per intendersi, ha giocato molto male, dimostrando di non essere un esterno per il 4-3-3 che Di Francesco non vuole modificare, però così si rischia di distruggere psicologicamente un calciatore che adesso sembra un pesce fuori d’acqua e che non ha saputo gestire in questi giorni il peso del gol divorato contro la Juve al 94’.
È stata anche la partita della doppia Var, perché quando le cose vanno male non possono che andar peggio. La moviola ha dato ragione all’assistente sul gol annullato per millimetri a Dzeko e ha rilevato il fuorigioco attivo di Cengiz Under (che fa blocco su Missiroli) nel gol cancellato a Florenzi. Orsato, a differenza di Roma-Inter, quando non segnalò a Irrati il fallo da rigore di Skriniar su Perotti, questa volta ha rivalutato l’importanza della tecnologia. Il Sassuolo ha strameritato il suo punto, giocando una gara concreta. Con Iachini in panchina, al posto di Bucchi, gli emiliani hanno conquistato 10 punti su 15. Ha saputo ovviare all’assenza di Berardi, preparando la gara per contenere Kolarov. Missiroli (che ha anche segnato il gol del pareggio) e Politano sono stati bravi a chiudere e a ripartire in continuazione. E chissà se qualcuno, un giorno, spiegherà come si possa valutare Politano 3,5 milioni (il prezzo del riscatto del Sassuolo) e Cengiz Under 13,5 milioni più bonus. Ma questo è un altro discorso.