Corriere dello Sport (R. Maida) – Si sono allineati i pianeti, e i piedi convergenti di Dybala, in quell’occasione che è un simbolo di ripartenza. A pochi minuti dall’inizio della giornata mondiale dei nonni, non lontano dalla fine di una partita grigia, Lorenzo Pellegrini ha trovato il gol che gli mancava da sei mesi e ha potuto così indicare il cielo in un gesto pieno di gioia e commozione.
Perché lui, la nonna, l’aveva persa appena domenica mattina ma ha voluto comunque giocare contro il Frosinone: nel momento di bisogno assoluto, da capitano, ha cercato di anestetizzare i pensieri come un tetragono per aiutare la Roma a ricomporre il proprio campionato. Davanti all’allenatore che lo aveva valorizzato nel biennio al Sassuolo, Eusebio Di Francesco, ha saputo gestire le emozioni in attesa dell’occasione buona.
E quando ha capito che Dybala avrebbe calciato lungo, sul secondo palo, si è allargato dietro ai difensori avversari per poi coordinarsi con calma e tirare dritto in porta al volo. Non è stato il gol più bello della sua carriera ma forse è uno di quelli che non dimenticherà mai. In fondo, dopo la disfatta di Genova era stato lui a garantire per il gruppo: “La Roma non può avere 5 punti dopo 6 giornate di campionato. Evidentemente dobbiamo lavorare di più ma l’atteggiamento della squadra è sempre giusto. Ci rialzeremo”.