La Repubblica (F.Ferrazza) – Niente non succede niente, non cambia niente. Almeno pubblicamente, almeno di facciata. La Roma viene eliminata dallo Spezia ai calci di rigore, e non c’è alcuna reazione. Provano a fischiare, accennando un pochino di contestazione i pochissimi tifosi presenti allo stadio Olimpico (settemila i paganti, di cui almeno quattromila spezzini). Ma la società e Garcia non tentennano neanche per un istante: niente ritiro (almeno fino a ieri sera), nessuna dimissione, per una calma piatta che sta appiattendo anche la tifoseria, ormai rassegnata a qualsiasi cosa. E le dichiarazioni sono sempre le stesse. «Spingerò la squadra fino alla morte, se servirà — difende la sua panchina, il tecnico — abbiamo perso la fiducia. Spero quella di oggi sia una lezione per i giocatori: non abbiamo alibi se una squadra gioca senza fiducia prende i gol. Noi abbiamo bisogno di vincere per uscire da questa tempesta. Alzare la testa e restare in piedi. Carattere, orgoglio, coraggio».
Dice proprio così, Garcia, come un disco rotto, oppure incastratosi in un loop da film horror. «Dobbiamo vincere domenica, contro il Genoa. L’errore è generale, non siamo stati bene su nessun piano, forse in difesa, ma non basta: sono tre gare consecutive che non prendiamo gol. Ma non possiamo uscire dalla Coppa Italia contro una squadra di serie B». E ancora: «Dobbiamo guardarci allo specchio e ritrovare la fiducia. Siamo quinti in campionato, e questo non va bene, ma non siamo lontani dai primi e serviranno i tre punti di domenica per riavvicinarci».
Il post partita della figuraccia contro lo Spezia è gestito come un normale dopo gara, di quelli da liquidare con le solite banalità, come se nulla fosse. E poco importa che i social e le radio quasi esplodano per la rabbia e la frustrazione, e che anche i pochi inguaribili ottimisti abbiano deciso di arrendersi. “Garcia vattene” è stato cantato dai pochi presenti allo stadio a gran voce, ed rimbalzato immediatamente nei vari post, tra Twitter e Facebook, uniti come poche altre volte. A unirli la voglia di veder esonerato il mister francese, reo di servire spettacoli sempre più noiosi e indecorosi, oltre che improduttivi. C’è proprio un hashtag intitolato “Garcia vattene”, tra gli argomenti più dibattuti, roba da far impallidire l’uscita di “Star Wars”. «Allenatore senza un briciolo di dignità, attaccato solo ai soldi», uno dei commenti. E ancora: «Ma c’è ancora qualcuno che lo ascolta? È delirante». Oppure «Se è così con lo Spezia, non presentamose contro il Real». Il tecnico è il principale imputato, poi la società, rea di averlo tenuto o di non averlo cacciato. E rea di non avergli consegnato una squadra con carattere. «Abbiamo la completa responsabilità di quanto successo oggi — parla a nome della squadra, De Sanctis — è difficile trovare le parole, ma non abbiamo sottovalutato l’avversario, semmai si tratta di una mancanza di fiducia e di incapacità di cambiare la situazione attuale».