Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Non conta essere stato il primo, l’importante è essere l’ultimo. Claudio Ranieri ha ancora una volta scalato la montagna. Lo ha fatto per tutta la carriera, prima da calciatore e poi da allenatore. Nessuno gli ha regalato niente, nemmeno in questo casting, dal sapore molto cinematografico, che i Friedkin hanno organizzato dopo aver esonerato Ivan Juric. Tanti sono stati i contatti per la panchina giallorossa, tra ufficiali e ufficiosi. Roberto Mancini e Max Allegri, però, chiedevano contratti troppo lunghi e onerosi, mentre la dirigenza del club vuole conservare la possibilità di decidere da qui a giugno, quando scadrà il contratto di Ranieri come allenatore e dovrebbe invece iniziare la sua carriera da dirigente.
Vincenzo Montella è stato vicinissimo al ritorno sulla panchina della Roma. L’attuale incarico di c.t. della Turchia è stato però un ostacolo insuperabile. C’erano le due partite di Nations League da onorare, una clausola rescissoria da un milione e mezzo di euro e l’intransigenza della Federcalcio di Istanbul. Come non detto, grazie lo stesso. I Friedkin si mettono in casa un uomo leale, romanista fino al midollo. Tifosi che ora sperano nel ritorno di De Rossi e Totti ma che si dovranno accontentare del sor Claudio, uno di loro.
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