Il capitano aspetta il contratto d’addio

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Il Messaggero (M.Ferretti) – Un anno. Dodici mesi e poi nulla più. Ecco quanto dirà, anzi chiederà Francesco Totti a Jim Pallotta, il presidente della Roma atteso nella Capitale nei giorni della vigilia della seconda sfida contro il Real Madrid dell’8 marzo. Un altro anno di contratto prima di appendere gli scarpini al chiodo; altri dodici mesi da calciatore prima dell’addio. Il capolinea della sua carriera, Totti l’ha fissato al giugno 2017. Questo significa che Francesco non ha intenzione di smettere alla fine dell’attuale stagione, ma di continuare fino alla soglia dei 41 anni; questo non significa, però, che continuerà sicuramente a giocare con la Roma. Il capitano e Pallotta si sono già incontrati l’11 dicembre scorso, faccia a faccia (traduttore escluso), ma hanno parlato solo brevemente del contratto in scadenza, quindi del futuro. «Adesso pensa a guarire, poi a tempo debito affronteremo l’argomento», il senso del discorso dello statunitense.

DENTRO O FUORI, NESSUN RINVIO – Totti, in quell’occasione, annuì, rinviando forzatamente la faccenda alla prima occasione utile. Individuata, appunto, nell’incontro fissato per i primi di marzo. Un incontro da dentro o fuori, nelle intenzioni di Totti. Nessun rinvio, decisione immediata. Totti vorrebbe sapere già a marzo se nella Roma ci sarà ancora spazio per lui da calciatore. Lui si sente ancora tale al cento per cento e, quindi, vorrebbe programmare per tempo il suo futuro in pantaloncini e scarpini. A Roma, il suo desiderio, o altrove. Ecco perché non ha ancora minimamente pensato al dopo: lui vuole fare il calciatore e qualsiasi alternativa (compresi i 6 anni di contratto da dirigente già stabiliti con la società) per ora l’ha messa da una parte. Ma la voglia di Totti deve andare alla verifica delle intenzioni del club. Pallotta, che oggi sta tutto dalla parte di Spalletti, in dicembre non gli ha garantito il rinnovo, gliel’ha prospettato e basta ma a decidere non potrà essere solo il capitano. Perché se Totti vuole continuare a giocare nella Roma, dovrà ottenere il sì (economico) della Roma stessa. Non ci dovrebbe esserci – assicurano – un problema di natura economica, a patto che a Totti venga riconosciuto lo spessore che, al di là del numero delle attuali o future presenze in campo, il mondo del calcio internazionale continua ad accreditargli.

SPALLETTI PRONTO A TUTTO – Un solo altro anno di contratto e senza garanzie tecniche. Traduzione: io mi alleno e mi rimetto alle decisioni dell’allenatore. In linea con quella correttezza che proprio Totti ha invocato nel corso dell’intervista a Raisport. Sarebbe triste il contrario, se ci pensate bene. E Spalletti? Lucio nelle ultime ore è stato chiarissimo. «La società sa che qualsiasi cosa va a chiedere Francesco, io sto dalla sua parte», ha dichiarato dopo la partita con il Palermo. Se Totti, quindi, continuerà a fare il calciatore nella Roma, Spalletti (se sarà ancora il suo allenatore) lo tratterà come tale, prendendo le decisioni che riterrà più opportune sul suo impiego. Chi pronostica un mal di pancia del tecnico di Montespertoli in caso di conferma di Totti, evidentemente non lo conosce bene. Uno che non ha esitato a mandare a casa Totti due giorni fa, potrebbe preoccuparsi di farlo ancora? No. Il «Io alleno la Roma, non solo Totti», del resto, valeva ieri, vale oggi e varrà anche domani. Capitano avvisato, mezzo confermato.

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