La Gazzetta dello Sport (G. B. Olivero) – Stasera all’Olimpico si respirerà aria di Champions League. Non lo dice solo la classifica, che oggi promuoverebbe Bologna e Roma al torneo più importante. Lo dice soprattutto il gioco europeo proposto dai due giovani allenatori, che con la maglia azzurra vissero la splendida avventura dell’Europeo 2012 perso in finale dall’Italia contro la Spagna. In campo, oltre a loro due, c’erano altri futuri allenatori: Xavi, Xabi Alonso, Pirlo. Ognuno sta facendo il suo percorso, quello di Daniele De Rossi e di Thiago Motta è già lastricato di momenti da ricordare e idee da evidenziare.
Da quando ha sostituito Mourinho, De Rossi ha agito sulla testa dei giocatori ma per riuscirci aveva solo una strada: la forza della proposta. La Roma ha ricominciato a divertirsi attraverso la manovra offensiva senza però perdere quei connotati tipicamente mourinhani della fase difensiva: se serve, i giallorossi attivano il blocco basso. Ma, se possono, alzano la pressione.
Il modulo di partenza è solitamente il 4-3-3 ma spesso la difesa è a “tre e mezzo” perché un terzino, solitamente quello di destra, sale subito in costruzione garantendo ampiezza e consentendo all’esterno offensivo della stessa fascia (Dybala) di accentrarsi. La Roma ha uno sviluppo molto verticale, aspetto che ha fatto rifiorire Paredes, molto più bravo a organizzare il gioco pensando a come avvicinarsi alla porta che a gestire il pallone con un possesso orizzontale.