La Gazzetta dello Sport (L.Gariando) – Zlatan Ibrahimovic è stato il protagonista assoluto: punizione-bomba per il gol del vantaggio, gol annullato, rigore procurato per il 2-0. Gol numero 400 nei campionati nazionali, numero 150 in Serie A. Il Milan ha risposto alla vittoria del Napoli dimostrando la crescita di personalità in un altro scontro diretto. Espulso Theo Hernandez, che salterà il derby, ma non c’è solo Ibra, bersagliato da cori infami. Troppe stelle opache per Mourinho (Abraham, Mkhitaryan, Zaniolo), che ha trascorso gran parte della partita furibondo attorno alla panchina. La Roma ha fatto il primo tiro in porta al 29′ della ripresa, per dominare ha avuto bisogno dell’uomo in più, può fare di meglio, non esistono complotti che glielo impediscano.
Nell’intervallo la Roma conta la miseria del 32,4% di possesso, non riusciva a recuperare palla. Difficoltà nel recupero, ma anche nella costruzione, perché il 4-2-3-1 di Mourinho ha la staticità di un presepe. I giallorossi ricevono palloni prevedibili, quasi sempre da fermi. Nessuno apre spazi, il giovane Abraham si intristisce fino alla sostituzione e il suo vice, El Shaarawy, telefona al 29′ il primo tiro in porta della squadra giallorossa e questo racconta bene la stitichezza creativa dei Mourinho’s Boys. Uno alla volta, il portoghese rovescia in campo tutte le sue punte, corre come un indemoniato per tutta l’area tecnica, si accende per ogni scelta arbitrale e infiamma l’Olimpico.