La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Quelli da sempre chiamati a essere i pasdaran di Mourinho, in fondo, sono sempre i soliti. Si va da Rui Patricio a Smalling, dal capitano Pellegrini al vice capitano mancini. Ma qualcosa sta sempre più lievitando nella squadra: la considerazione per Ibanez, Cristante e Matic che vengono da parabole differenti.
Il brasiliano, ad esempio, agli occhi dello Special One sta diventando sempre più affidabile. “È cresciuto moltissimo – ha detto pochi giorni fa il tecnico – diventando un giocatore completamente diverso rispetto a quello visto lo scorso anno. Oltre a difendere bene, adesso non butta nemmeno più la palla in impostazione“. Promosso con lode.
Più o meno lo stesso voto a cui Cristante è arrivato da tempo. Intendiamoci, parliamo di un campione d’Europa, che tutti a Trigoria considerano un leader. Se però, nell’ottica dei sacrifici indispensabili, in estate per un certo periodo Bryan era stato considerato fra i giocatori che potevano andare via perché con molto appeal sul mercato, adesso il futuro sembra solo giallorosso. Non a caso il general manager Tiago Pinto è già al lavoro per il rinnovo.
Mourinho ha voluto Matic con sé al Chelsea, poi al Manchester United e ora alla Roma. Il centrocampista serbo è sempre stato considerato un leader nelle squadre allenate dal portoghese, tanto da essere dietro come presenze ai suoi ordini solo a un monumento come Lampard. Così, appena c’è stata la possibilità, lo Special One, sapendo che era svincolato, è ripiombato sul suo pupillo.
Logico, però, che Nemanja debba ancora finire di integrarsi in un Paese, un campionato e un gruppo che sta ancora scoprendo. Morale: questa Roma non è ancora la “sua”, ma potrebbe diventarlo, visto che persino a Udine il serbo è apparso fra i meno peggio di una squadra in difficoltà.