Il Corriere della Sera (G.Piacentini) – Per alcune settimane, la scorsa estate, è stato l’unico acquisto della Roma. Forse per questo, in un mercato in cui le priorità erano l’arrivo di Dzeko, Salah, Szczesny e di un terzino sinistro (Digne), l’acquisto di Iago Falque dal Genoa è stato sottovalutato. Non da Rudi Garcia, però, che ha capito fin dal ritiro di Pinzolo di ritrovarsi tra le mani uno di quei calciatori che fanno la fortuna di tutti gli allenatori: impeccabile fuori, disponibile e votato al sacrificio dentro al campo. Presente in 13 delle 16 gare giocate dalla Roma, finora ha dato il suo contributo con 2 gol (Frosinone e Leverkusen) e 2 assist: esterno d’attacco e di centrocampo, trequartista, nel derby ha giocato perfino in marcatura su Biglia. «In quel ruolo – le sue parole a Roma Radio – giocavo da piccolo. Mi piace perché posso entrare nella manovra della squadra: già 4-5 giorni prima del derby, sapendo che non c’era Pjanic e che De Rossi non stava bene, il mister mi aveva detto che avrei giocato lì. Ci abbiamo lavorato un po’ ed è andata bene».
Nonostante i 13 gol realizzati nella scorsa stagione col Genoa, è stato accolto con un po’ di scetticismo. «Il calcio prima o dopo ti fa arrivare al tuo posto. Sapevo che la Roma sarebbe stata forse l’ultima opportunità di far parte di una grande squadra: tornare a Barcellona per giocare la Champions con la maglia giallorossa mi riempie di gioia, vuol dire che i sacrifici che ho fatto sono serviti. Mi piacerebbe fermarmi nella capitale per parecchi anni e vincere qualcosa di importante: deve essere quello il nostro obiettivo perché abbiamo giocatori top e siamo consapevoli della nostra forza».