La Gazzetta dello Sport (F. Grimaldi) – Chiunque, ma non lui. Soltanto per far capire ai romanisti quanto grandi fossero l’affetto e la stima per Iago Falque dell’ambiente genoano, ieri la piazza rossoblù ha faticato parecchio ad accettare la cessione dello spagnolo, il quarto nell’ultracentenaria storia del Genoa – in passato erano passati da Genova anche Chico, Alberto Zapater e Pedro Lopez. Il Grifone l’aveva pagato un milione al Tottenham, dopodiché al recente passato di Iago era sempre mancato quell’acuto vero che gli avrebbe potuto aprire le porte di un grande club, ma da primattore. Ci ha pensato Gasperini a fargli spiccare il volo: lui avrebbe dovuto rappresentare una delle grandi scommesse estive sul mercato rossoblù 2014. Scommessa stravinta, la sua come quella di Perotti, un altro con grandi estimatori e destinato a lasciare il Genoa.
DUTTILITA’ – Da giovane Iago s’era fatto subito notare sui campi di Vigo, la sua città natale, per un sinistro molto potente, anche se questo non gli ha impedito poi di giocare con altrettanta efficacia anche sulla fascia destra. Cresciuto nella cantera del Barcellona (che aveva preferito a un’offerta del Real), Iago è maturato poi fra Premier League e Liga, ma senza trovare spazio da protagonista neppure quando approdò alla Juventus. Altra squadra, altro Iago. Genova è stata la svolta, «perché il calcio di Gasperini è in un certo senso spagnolo, votato sempre alla ricerca della vittoria attraverso il bel gioco». I suoi 13 gol (in 32 gare) rappresentano una parte importante (non solo sul piano numerico) di quello che è stato il 4° attacco della A, dopo un finale di stagione in crescendo da parte di tutto il gruppo, che aveva proprio nel clan spagnolo e sudamericano il suo fulcro.
LEADER (NATURALE) – La mamma di Iago, Carmela Silva, è un’influente senatrice in Spagna nelle file del partito socialista. Lui è cresciuto quindi come un cittadino del mondo, sbagliando e crescendo in totale autonomia. Gli serviva esattamente quello che trovato a Genova. Lui è un leader silenzioso, ed in uno spogliatoio – la vera forza del Gasp – senza un numero uno assoluto, Iago s’è imposto con l’esempio e con il sorriso. Famose le sfide a calciotennis che, in un’arena improvvisata, i giocatori rossoblù erano soliti disputare prima dell’allenamento, arrivando al «Signorini» in anticipo. Poi ha imposto la sua classe, sfruttando il fatto che Gasp s’è accorto subito della classe di questo ragazzo. Iago s’è mosso bene anche da trequartista o da seconda punta, mostrando una gran visione di gioco oltre alla capacità rara di perdere pochi palloni. La sua giornata rossoblù che mai dimenticherà? Il derby con gol giocato contro la Samp: «Atmosfera pazzesca». Un consiglio a Iago, che nei suoi 8 anni al Barça è andato anche a scuola con Messi e Busquets: ha visto il derby della Lanterna, se n’è innamorato, ma non ha idea del clima che si respira per la stracittadina all’Olimpico…