Corriere dello Sport – Grida, gesticola. Ha bisogno di sfogare la delusione e soprattutto sente il dovere di rassicurare i giocatori tramortiti dallo shock. Papà non vi lascia soli. Questo aveva anticipato ai capitani, Pellegrini e Mancini, prima dell’appuntamento con la storia. Erano stati loro, evidentemente delegati della squadra, a chiedere un incontro per parlare di progetti. Mourinho ha risposto senza indugi: “Tranquilli, resto alla Roma“.
Non ha altre offerte né le cercherà. Il resto spetta ai Friedkin, che dovranno decidere se e quando incontrarlo. E valuteranno se possono (o vogliono) accontentarlo seguendone i ragionamenti: per competere servono giocatori più forti, investimenti mirati anche senza fare follie. E poi va completato l’organigramma.
Mourinho vorrebbe al suo fianco una figura che possa sostenerlo, trasferendo regolarmente all’esterno la linea politica del club. Un personaggio come Maldini o Javier Zanetti. O magari più semplicemente Totti, che a Budapest è andato solo da tifoso con la compagna Noemi. È in effetti piuttosto bizzarro che dopo una finale amarissima nessun dirigente si sia presentato davanti alle telecamere per mandare un messaggio di partecipazione emotiva al dispiacere della gente. E della squadra.
Aveva bisogno di tirare fuori la sua rabbia orgogliosa. E ora si aspetta un supporto dalla società, con o senza Tiago Pinto.