La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – In principio era una mezzala, poi strada facendo si è trasformato in un raffinato trequartista e oggi si divide la cabina di regia e il ruolo di esterno d’attacco, con la Nazionale di Roberto Mancini. Esattamente dove ha giocato prima con la Polonia e poi mercoledì contro l’Olanda, segnando un gol di alto spessore per dinamica ed esecuzione. Ma qual è il vero ruolo di Lorenzo Pellegrini? Difficile dirlo, non fosse perché Lollo è talmente bravo che può rendere ovunque. Il rischio però, è proprio quello di saper fare un po’ tutto, ma di non specializzarsi davvero in niente. Quando si è affacciato nel calcio che conta Pellegrini era una mezzala. E quel ruolo se lo sente ancora addosso, tanto da averlo ribadito anche qualche giorno fa in Polonia, in azzurro. “Mi sento sento una mezzala: mi piace toccare tante volte il pallone, inserirmi“. Mancini invece nelle ultime partite lo ha schierato alto a sinistra, chiedendogli di andare dentro, nelle linee, anche accentrandosi. “Un ruolo in cui comunque mi sono trovato a mio agio, è quello che mi riesce meglio“, ha continuato Lorenzo. Oggi invece, Fonseca, ha disegnato per Pellegrini tutto altro ruolo: regista tra i due mediani nel 3-4-2-1, modulo dove nel finale della scorsa stagione faceva invece il trequartista. Lo ha fatto perché vuole utilizzare contemporaneamente lui, Pedro e Mkhitaryan e l’unico modo per sfruttare la qualità e la fantasia di tutti e tre è appunto quella di arretrare Lorenzo a centrocampo. Di certo c’è una cosa: questo è un Pellegrini multidimensionale, utile in più zone del campo.