Il Messaggero (A. Angeloni) – Non solo non arrivano la vittoria della svolta e la conferma che la malattia ormai è alle spalle dopo i successi convincenti contro Lecce e Braga, la Roma incassa un cazzotto grande così (l’ennesimo in trasferta dove non vince da aprile) e sprofonda di nuovo, come ai vecchi tempi, tornando a casa con una sconfitta pesante, e inaspettata, che i Friedkin considerano vergognosa contro un Como che non vinceva dal 29 settembre scorso.
Una sconfitta che ha innescato l’ira dei Friedkin, pronti a fare piazza pulita a gennaio. Un successo meritato: Como più convinto, fresco, cattivo, la Roma è sbiadita, molle, tornata ai suoi peccati originali, che la riportano a guardare sinistramente la classifica dal basso verso l’alto: la Roma è 16 punti, due sopra il Cagliari trezultimo e solo uno in più di Como e Verona. Il successo arriva con due reti nel recupero, di Gabrielloni e Nico Paz, che nella ripresa ha fatto impazzire chi gli passava davanti. Il fatto che i due gol siano caduti nei minuti di recupero non sminuisce di certo il successo dei comaschi, e non lo rende casuale, anzi. Per tutta la ripresa, c’è stata solo una squadra in campo, il Como, che ha annichilito una Roma incapace di risollevarsi anche quando Ranieri ha messo in campo l’artiglieria (teoricamente, siamo alle solite) pesante.
Forse Ranieri la partita la perde già all’inizio, con quei cambi di massa: aveva visto alcuni elementi un po’ stanchi. Di cosa, poi? Cinque le novità rispetto alla partita con il Braga: Celik, Le Fèe, Angeliño, Saelemaekers ed El Shaarawy, quest’ultimo con i gradi di capitano. Cambio dell’ultimo istante, Hermoso per Hummels, dato per febbricitante.