Il Messaggero (A. Angeloni) – Se usiamo un po’ di ottimismo, quei segnali di riavvicinamento tra José Mourinho e la società, li possiamo vedere. Li notiamo nell’atteggiamento del club, che per una volta non lascia solo l’allenatore a battagliare. Li notiamo anche nel tono dolce che lo Special ha usato per ringraziare il gm Pinto e la proprietà. Lo Special da un po’ di tempo lancia segnali distensivi, facendo capire che Roma è la sua comfort zone.

Qui vorrebbe restare, preferendo continuare il progetto tecnico, senza abbandonarsi alla libidine del denaro arabo. Il tecnico, quando si è dovuto lamentare, ha scelto di attaccarsi ai calciatori e non più la società. I Friedkin volevano aspettare di rivedere la luce in campionato e poter competere per la Champions significa che il lavoro svolto in estate sta dando i suoi risultati. Mou ne è l’artefice e ora può giocarsi la carta del futuro, partendo dal rinnovo.

È chiaro, non basta la volontà di Mourinho, serve la spinta dei Friedkin, che stanno valutando se e come continuare insieme. La firma tranquillizzerebbe tutto l’ambiente. Distruggere questa simbiosi con il continuo silenzio non fa bene a nessuno. Meglio sapere a breve cosa sarà della Roma, su che basi bisognerà costruire il futuro. Che può anche essere guardato su una strada diversa, quindi con un altro allenatore, non ci sarebbe nulla di male. Ma è corretto esprimersi adesso.