Il Tempo (G.Giubilo) – I pistoleri sparano a salve. La Roma, per l’ennesima volta, non riesce a gestire un vantaggio, stavolta minimo. Ma, alla fine, i rimpianti sono tutti per Sinisa. Il suo Milan amministra il gioco, domina il centrocampo, mentre i romanisti arrivano sempre in ritardo sulle seconde palle. Dopo che Kucka aveva pareggiato la rete iniziale di Rudiger, una Roma molle e disarticolata non riesce più, nonostante un paio di sprazzi, a riprendere in mano la gara. Non la rivitalizza neanche il ritorno in campo di Totti, anch’egli in ritardo di condizione. Come, però, tutto il resto della squadra, apparsa in allarmante deficit fisico. E dunque, questo è un pareggio che la Roma deve accettare come il male minore. Le difficoltà di manovra la costringe infine a una sorta di barricata, senza che il contropiede produca azioni realmente pericolose.
Tanta serenità per Mancini, che all’ora di pranzo ospita il Sassuolo con fondate prospettive di aggiudicarsi il titolo d’inverno. Certo, deve ancora guardarsi dalle teoriche chances del Napoli, in trasferta a Frosinone, e della Juventus che chiuderà il turno a Marassi, sognando la nona vittoria consecutiva. Ma intanto l’Inter ha allontanato lo spettro del sorpasso da parte della Fiorentina. Una lunga, radicata tradizione, la volontà di celebrare degnamente l’anniversario della società. Fatto sta che la Lazio è andata a ridimensionare bruscamente le ambizioni dei viola. Non soltanto è passata al Franchi con un netto punteggio, ma ha dominato in lungo e in largo per un’ora buona. A rimettere in corsa la Fiorentina ci ha pensato una paperona di Berisha, ma Felipe Anderson, appena entrato, ha ridato al successo la giusta dimensione. Ben lontana questa Lazio compatta e abile nella manovra da quella che era stata inchiodata sul pari dal Carpi, ma in quella occasione mancavano autentici pezzi da novanta. A ranghi completi, la formazione di Pioli ha dimostrato di poter ritrovare quel ruolo di protagonista che aveva illuminato la stagione scorsa. Una prova tatticamente e tecnicamente vicina alla perfezione, anche se il minimo vantaggio acquisito nel primo tempo era bugiardo, perché almeno tre erano state le occasioni da gol a disposizione dei biancocelesti.