Il Messaggero (A. Angeloni) – La Roma davvero è poca, brillano i ragazzi, che portano due gol salva-risultato e un po’ di speranza: Cristian Volpato, anni 18, ed Edoardo Bove, 19. Diciamo che il futuro, nei loro piedi, può essere roseo, il presente va sistemato.
Perché la Roma, per circa un’ora, in campo non è esistita, è stata in balia di un Verona tosto e coraggioso. La vera Roma ha fatto capolino a inizio stagione, poi si è arrotolata in se stessa ed è caduta, via via, rischiando spesso il botto grosso. La settimana scorsa, a Reggio Emilia, è stata salvata sul gong da un colpo di testa di Cristante, stavolta ci hanno pensato loro, Cristian ed Edoardo, 37 anni in due, meno di Ibra.
Un paradosso: Mourinho di solito chiama i grandi giocatori, stavolta è costretto ad aggrapparsi ai giovani. Ma l’alibi Mou ce l’ha: le nove assenze, quattro i titolari mancanti, che avrebbero dato qualcosa di più, ma non abbiamo prove.
A fine primo tempo Mou manda Oliveira e Viña a fare la doccia (poi uscirà anche Maitland-Niles): il primo, acquisto di gennaio, evaporato dopo tre partite buone, il secondo arrivato in estate per sostituire Spinazzola, ma non ci siamo. Il risultato sembrava già compromesso dopo i 45 minuti inspiegabili.
Domanda: se la squadra è compatta, perché gioca così? Ma poi il calcio scrive storie che vanno al di là della logica e della tattica. Nemmeno cinque minuti e la Roma viene colpita da Barak dopo una respinta goffa di Rui Patricio; al ventunesimo Tameze firma il bis, affondando una difesa in bambola, con Caprari che approfitta di un Karsdorp spaesato, schierato anche centrale di difesa, e serve al compagno una palla gol al bacio.