Va bene i giovani, va bene la novità, va bene anche la freschezza e l’entusiasmo, come ha detto Rudi Garcia a Cagliari, a fine partita. Ma la vera novità di domenica non sono gli assist di Verde, il gol di Paredes o gli spunti di Sanabria. No, la vera novità è che la Roma in terra sarda ha scoperto di avere risorse infinite per il futuro, da coltivare oggi per raccoglierne i frutti domani. A pensarci bene ora sembra quasi un paradosso, considerando che fino ad un soffio dalla vittoria di Cagliari si parlava di una squadra incapace di valorizzare i giovani e di un tecnico, il francese, che amava i giocatori esperti, bistrattando un po’ i baby. Ora, è ovvio, non è che le cose siano di colpo cambiate, ma la carezza sarda, in tal senso, ha addolcito — e di molto — l’atmosfera. E, cosa più importante di tutte, ha permesso a Garcia di avere in dote quelle risposte che sperava di avere. Per allungare le rotazioni, far fronte all’emergenza e avere la certezza, da oggi in poi, di poter contare anche su di loro.
DOPPIONI CHIC Già, perché poi fino ad oggi di giovane si era visto solo Skorupski, a volte per necessità ed a volte per virtù (all’inizio ogni tanto Somma, tra l’altro anche fuori ruolo ed ora all’Empoli). Cosa che a uno come Sabatini, che ama i giovani, non poteva piacere più di tanto. Ma poi contano i risultati, l’equilibrio, la squadra. E anche domenica a Cagliari, quando il d.s. ha saputo da Beccaccioli che avrebbe giocato Verde, un po’ ci è rimasto così, quasi spaesato. Si sarebbe aspettato Sanabria, salvo poi ovviamente festeggiare a fine partita. Già, anche perché a Cagliari è stato un successo che ha certificato un po’ quello che più piace a Sabatini: la Roma ha una squadra, ma anche tante valide alternative giovani. Dei doppioni chic, che possono fare strada e guadagnarsi pagine di storia nel calcio vero. Verde, ad esempio, può essere un’alternativa importante agli esterni titolari (Ljajic, Gervinho, Ibarbo e Iturbe), Sanabria può anche far respirare ogni tanto Totti e Doumbia, quando non toccherà a loro guidare l’attacco giallorosso. E Paredes, nonostante una serie di «giganti» davanti a sé a centrocampo, sta dimostrando di poterci stare, di esserci, di avere spessore e qualità per poter anche far rifiatare qualcuno di quei guerrieri lì. Nainggolan, ad esempio, che sembra «spompato», dopo aver corso per tre da settembre ad oggi. Tra l’altro, in settimana la Roma dovrebbe incontrare Beltrami, l’agente di Radja, per rinnovare il suo contratto fino al 2020.
SALIH IN ATTESA Ora all’orizzonte manca solo un nome, Salih Uçan. Costato 4,75 milioni per un prestito biennale (più 11 eventuali per il suo riscatto), il centrocampista turco in estate sembrava addirittura quello tra i baby che più piaceva a Rudi Garcia. Altro giro, altro paradosso. Oggi Uçan è l’ultimo dei giovani, seduto anche a Cagliari in panchina accanto ad un manipolo di altri ragazzini come Calabresi, Marchegiani, Pellegrini e Vestenicky. Magari la ruota girerà presto anche per lui, di certo Uçan ora sa che l’occasione può arrivare sempre, quando meno te lo aspetti. E quando arriverà, dovrà saperla cogliere. La Roma aveva provato a mandarlo a giocare altrove, si dovrà accontentare di «rubare» minuti a Trigoria. Magari imparando ancora qualcosa da quei maestri lì con cui si allena: dall’eleganza di Keita, dalla corsa di Nainggolan, dalla posizione e la concretezza di De Rossi e dal genio di Pjanic, quello a cui più assomiglia Salih. E quando arriverà la sua occasione, non dovrà sprecarla. Proprio come a Cagliari hanno fatto Verde, Sanabria e Paredes. In una Roma che spera di tornare presto infinita, ora ci sono tre alternative in più.
La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese