Libero (F. Strumolo) – C’era una volta la Roma. Quella di Francesco Totti e Daniele De Rossi, quella che batteva il grande Barcellona o il Real Madrid, quella che vinceva lo scudetto con Fabio Capello e che ci andava a un passo con Claudio Ranieri. Una squadra caratterizzata da un legame viscerale con il proprio tifo, come in poche altre piazze italiane, ma che ora, complice la recente gestione targata Friedkin, proprietà americana subentrata nel 2020, sta vivendo una crisi di identità. Una situazione paradossale, considerando che solo pochi mesi fa la squadra viaggiava a vele spiegate, con quel De Rossi in panchina che sembrava mettere tutti d’accordo.
Ora è partito il casting per il nuovo allenatore: Roberto Mancini è considerato in pole position dai ben informati, ma in corsa ci sono anche gli ex Rudi Garcia e Claudio Ranieri, nonché Massimiliano Allegri. E poi c’è la suggestione del ritorno dello stesso Daniele De Rossi: lui tornerebbe di corsa, giocatori e tifosi lo riabbraccerebbero senza esitazioni, ma la sensazione è che con la proprietà si sia creata una frattura insanabile. Una scelta, quella del nuovo allenatore, tanto delicata quanto complessa e che verrà fatta avvalendosi della consulenza di un’agenzia, la Caa Base di Paolo Busardò e Frank Trimboli (una società di Londra con diversi uffici di consulenza in giro per il
mondo, tra cui Milano). Addirittura c’è chi pensa che l’agenzia possa fare i propri interessi, piazzando il proprio assistito Frank Lampard sulla panchina giallorossa.