La Gazzetta dello Sport (C. Zucchelli) – Smalling, Mancini e Cristante faranno parte della Roma anche il prossimo anno. Per un motivo o per l’altro, tutti e tre potevano avere dei dubbi: Smalling perché con il contratto fino al 2023, Mancini perché piace in Inghilterra e ha mercato, Cristante perché non ha ancora rinnovato e Juve e Milan gli hanno messo gli occhi addosso.
Ed invece José e la società hanno deciso, tutti e tre saranno parte dell’architrave della Roma della prossima stagione. A meno che, soprattutto nel caso di Cristante, non arrivi un’offerta da capogiro (superiore ai 30 milioni) e non sia lui a chiedere di andar via. Cosa che, al momento, non è in programma. Semplicemente perché se è vero che Mou considera questi tre giocatori intoccabili, è altrettanto vero che loro hanno un rapporto speciale con l’allenatore.
Smalling, lo scorso anno, aveva talmente tanti problemi fisici che stava pensando di smettere ed era andato a curarsi in Inghilterra e Spagna, senza mai vedere la luce. Mourinho lo ha aspettato, ci ha parlato a lungo, lo ha convinto a fidarsi di lui e del suo staff e Chris lo ha fatto. Risultato? Erano cinque anni che non giocava così tanto (38 partite).
Mancini, che veniva dalla delusione Europeo, dopo che il c.t. lo aveva tagliato all’ultimo, è cresciuto tanto, è diventato vice capitano e leader dello spogliatoio e, al netto di qualche giallo di troppo, è diventato un giocatore imprescindibile della squadra. Come lui Cristante. Non è un caso che loro due, più Pellegrini e Spinazzola, rappresentino un blocco unico, famiglie comprese, dentro e fuori dal campo.
Capitolo a parte meritano Rui Patricio e Abraham. Con gli altri tre rappresentano la spina dorsale della squadra, ma la loro permanenza non è mai stata in dubbio. Se su Rui non c’era neppure mezza incertezza, è chiaro che la stagione di Tammy abbia acceso i fari sull’attaccante, soprattutto in Premier. Ma, in caso, se ne parlerà tra dodici mesi: il lavoro della coppia Mou-Abraham non è ancora finito e, anzi, è appena all’inizio.