L’allenatore della Primavera, Federico Guidi, ha parlato ai microfoni ufficiali del club al termine della sfida vinta in rimonta 5-3 dalla Roma sull’Empoli. Ecco le sue dichiarazioni:
Mister partiamo dagli aspetti positivi: vittoria, reazione con grande facilità di creare e di chiudere dati gli attacchi, capitalizzando. Però c’è anche la parte negativa, con un approccio non dei migliori. Ne avevamo parlato anche prima di questa gara.
“È un’analisi, questa, molto lucida. Sono tanti gli aspetti positivi della partita, il raggiungimento del risultato è figlio di tante cose fatte bene sul campo. Il fatto di venire fuori da una difficoltà, partendo da uno svantaggio di 1-3, pensare di vincere 5-3 è quasi impossibile. La grande reazione, il grande dominio di gioco che c’è stato soprattutto nel secondo tempo. La squadra ha giocato veramente bene, è stata dinamica sul campo, siamo stati molto concentrati sulle marcature preventive, sulle aggressioni, poi potevamo fare anche molti più gol. Però dall’altro lato ci sono dei problemi ancora da risolvere, devo trovare il modo per farlo. Siamo all’inizio di una stagione, però devono capire che una prestazione deve partire da un approccio giusto. Per ambire a diventare un calciatore professionista e cercare di calcare palcoscenici più importanti del campionato Primavera. Nel primo tempo se sono stato costretto a fare un triplo cambio dopo 20-25 minuti, è chiaro che io, in primis, mi faccio delle domande sul perché io e lo staff non siamo riusciti a far passare un determinato tipo di messaggio, dall’altro i ragazzi devono capire velocemente. Non bisogna far sconti a nessuno e così sarà. È chiaro che ogni partita, ogni allenamento, ogni singolo pallone, ogni situazione deve essere un’opportunità per loro per crescere e realizzare quel sogno su cui stanno lavorando da quando sono piccolini”.
In cronaca abbiamo detto che il triplo cambio nel primo tempo poteva essere – oltre che un cambiamento tattico – soprattutto un messaggio alla squadra per dire: “L’approccio così non va”. È stato così?
“Sì, assolutamente. Come gli ho detto alla fine del primo tempo, devono pensare che undici vanno in campo, undici sono in panchina, altri sono in tribuna. Addirittura, c’è Boldrini che ha avuto un infortunio grave e, come gli altri, vorrebbe stare in campo. In primis devono avere grande rispetto per la maglia che indossano, per i compagni, per il lavoro quotidiano, per i sacrifici che fanno. Quello che è successo oggi può succedere anche in futuro. Mi auguro di no, ovviamente. Hanno capito qual è lo spirito, che non vuol dire vincere le partite o perderle. Significa approcciare nel modo giusto, fare la prestazione al massimo delle nostre potenzialità, poi in partita può succedere di trovare avversari più bravi e, in caso, faremo loro gli applausi. Ma oggi l’approccio è stato sicuramente sbagliato”.
Tre partite, compresa la Supercoppa Italiana, tre vittorie. La sensazione è che questa squadra, quando gioca palla a terra, può essere immarcabile.
“Abbiamo tante soluzioni, ancora il gruppo è un po’ disomogeneo, ci sono ragazzi che vengono dal settore giovanile e altri che c’erano anche lo scorso anno, ovviamente con più conoscenze. Ci sono da integrare ragazzi che vengono da altre realtà e da mettere dentro quelli che vengono dal settore giovanile e devono prendere confidenza con il campionato Primavera. Questo fa parte del nostro lavoro, come in tutte le squadre che lavorano nel settore giovanile. Quindi servirà pazienza. Chiaro che secondo me questa è una squadra che ha grandissimi margini ancora di miglioramento, sia individuali sia di squadra. E possiamo creare ancora di più occasioni rispetto a quante ne stiamo creando adesso”.