La Repubblica (M. Pinci) – Due accoltellati, quattro fermati e scene di guerriglia urbana a fine partita: istantanee a cui il derby della capitale ha tristemente abituato (altro che città umiliata), e replicate anche prima e dopo il successo di ieri della Roma sulla Lazio.
La militarizzazione del quartiere intorno all’Olimpico, con la tangenziale paralizzata fin dal pomeriggio e il traffico in tilt per l’intero quadrante, non ha impedito comunque l’accoltellamento, prima della gara, di due tifosi romanisti: due colpi di lama all’addome sono costati il ricovero in codice rosso di due uomini di rispettivamente 31 e 38 anni. Nessuno dei due è in pericolo di vita: uno è già stato dimesso, per lui una prognosi di sei giorni, l’altro ha invece riportato una lesione giudicata seria dai medici del policlinico Gemelli.
Non bastasse, a fine gara un gruppo di circa duecento laziali (a volto coperto) ha dato vita a una vera e propria guerriglia su Lungotevere con tanto di lancio di petardi e bengala contro la polizia e esplosioni ripetute, bersagliando di lattine e bottiglie di vetro le forze dell’ordine. Un capannello sedato a colpi di cariche, mentre l’assalto di un gruppetto di romanisti è stato sedato soltanto grazie all’uso degli idranti. E in curva Nord avevano preso posto anche cinquanta hooligans del Wisla Cracovia, gli Sharks, gruppo di estrema destra gemellato con la tifoseria biancoceleste. Quattro in tutto gli ultrà fermati, tra cui un olandese (durante gli scontri) e un uomo già colpito da foglio di via.
Nessun fermato invece per una rissa sugli spalti: al gol del momentaneo pareggio laziale in tribuna Monte Mario due gruppetti di tifosi sono venuti alle mani, un capannello sedato soltanto grazie al gol del 2-1 romanista: follie di una stracittadina.