Il Messaggero (P. Liguori) – Stadio Olimpico, ultimo atto. Questa volta abbiamo pianto molto meno della squadra, dopo la beffa di Budapest, perché il sentimento prevalente è stata la rabbia. Parlo per me, ma so di tanti altri: ancora una volta il più fedele interprete del nostro stato d’animo è stato Josè Mourinho, che in poco tempo si è totalmente immedesimato nello spirito dei tifosi giallorossi. Almeno di quelli che preferisco, perché vedo anche io i silenziosi roditori che aspettavano una battuta d’ arresto per iniziare a sussurrare: “Però, anche Mourinho…”. Lo chiamano solo per cognome, per noi è Josè uno di noi. Ancora rischiamo di perderlo perché ha chiesto alla proprietà più protezione, non per sé, ma per la Roma e per tutti noi. Giusto: è stata una vera fortuna avere al comando lo Special One e di questo dobbiamo ringraziare i Friedkin. Però noi siamo tornati in massa con José e i ragazzi oggi dobbiamo ringraziarli.