L’ex calciatore della Roma e campione del Mondo con l’Italia nel 1982, Francesco Graziani, è intervenuto ai microfoni de La Signora in Giallorosso in onda su Tele Radio Stereo. Queste le sue dichiarazioni:
I pranzi pre-partita vi caricavano?
Erano bei pranzi e belle cene a Trigoria. Si mangiava benissimo, qualcuno si ingrassava pure.
Ad Arezzo siete in difficoltà…
Ad Arezzo si vive benissimo, ma la società di calcio è in sofferenza. Certa gente fa calcio non so per quale motivo.
Il tuo rapporto con Boniek?
Un ragazzo d’oro, intelligente, furbo, educato e sapeva giocare benissimo. A Roma sapeva fare ogni ruolo, una guida straordinaria. Fuori dal campo abbiamo sempre scherzato e riso, ha la battuta pronta. Come fai a trovare un difetto ad una persona così?
Che impressione ti fa la Roma?
Questa Roma per certi versi mi entusiasma, per altri mi fa paura. Ha troppi alti e bassi. A volte la vedi giocare come a Napoli, con cattiveria e determinazione, poi la vedi col Milan e sembra una squadra diversa, svogliata. Questi alti e bassi stanno determinando una situazione difficile per la Roma. La logica della squadra deve essere quella della determinazione, abbiamo perso punti con squadre assurde e nettamente inferiori. Quelle partite le avremmo vinte solo con la cattiveria.
Qual è il segreto per affrontare lo Shakhtar?
Lavorare bene questi giorni, stare uniti e parlare della partita tra compagni sui movimenti. Parlare di calcio, fare gruppo. E’ un’occasione unica, è una partita alla portata e l’Olimpico può fare la differenza, ci sarà grande partecipazione. Bisogna portare a casa il risultato, ci si guarda in faccia. E’ una prerogativa importante per una squadra.
Tu davi sempre il fritto…
A volte non basta, ma può fare la differenza in certe situazioni. Bisogna portarsi sempre questo.
Dzeko a volte è sembrato distratto…
Il vero Dzeko è un punto interrogativo, a volte mi entusiasma altre volte sembra ti stia facendo un favore. Se avesse avuto la mia cattiveria farebbe 45 gol a campionato, serve cattiveria calcistica, voglia di essere protagonista. Con quel fisico dà l’impressione che sia troppo buono.
Meriti e demeriti di Di Francesco?
Ha tanti meriti, ha riportato entusiasmo vuole emergere ed è giovane. Ma non dipende sempre da lui. In una squadra l’allenatore conta massimo il 30% e lui ce l’ha messo tutto. In alcune scelte ha responsabilità ma in campo ci vanno i calciatori. Lui sta facendo bene il suo lavoro.
Per l’Arezzo non c’è niente da fare?
Sembra ci siano 2 milioni di deficit, chi li paga? I calciatori non giocano da tre domeniche. E’ assurdo, non ci si può comprare la Ferrari se non si hanno i soldi per mettere la benzina. Non si capisce perché certa gente faccia queste cose. In caso di fallimento l’Arezzo ripartirebbe nuovamente da categorie basse, ognuno si assume la responsabilità di quello che fa.