Con la Roma dal 1983 al 1986, Ciccio Graziani ha lasciato un ottimo ricordo nel cuore dei tifosi giallorossi. Il Campione del Mondo con l’Italia 1982 ha parlato in esclusiva a Diretta News di Edoardo Bove, di Mister Ranieri e del momento della squadra. Queste le sue dichiarazioni:

Difficile non iniziare da Edoardo Bove e dal suo malore. Cosa ha provato?
“Tanta commozione, tanta paura, mi sono ritornate in mente anche le immagini che ho vissuto con Giancarlo Antognoni. Io ero in campo in quel momento e, quindi, ho rivissuto un incubo. Per fortuna adesso le notizie sulla salute del ragazzo sono buone: è fuori pericolo di vita e questo è già il miracolo più bello. Poi, da quello che si dice, dovranno mettergli un defibrillatore e, se sarà così, lui in Italia non potrà più giocare al calcio”.

Da ex calciatore, è d’accordo con la norma adottata dalla Serie A sui defibrillatori o preferirebbe che si utilizzasse lo stesso criterio della Premier?
“Non conosco la materia, quindi non so se siamo troppo pignoli. Evidentemente per noi italiani, per la medicina italiana, per i cardiologi più importanti che abbiamo in Italia, con quell’apparecchio si può anche giocare, ma c’è anche il rischio che si possa bloccare, si possa fermare, possa avere un black out”.

E come può salvare la stagione la sua Roma? Crede che Ranieri riuscirà a mettere tutti d’accordo?
“Se arrivano i risultati sì, altrimenti ci va di mezzo anche Ranieri, il calcio è fatto dei risultati. Adesso la Roma ha un’opportunità importante perché gioca degli scontri salvezza. Perché oggi la Roma gioca per non retrocedere, la posizione in classifica è quella che è, in piena zona retrocessione. Dopo il Lecce va a Como in un altro scontro salvezza e, successivamente, ha il Parma in casa che è un altro scontro salvezza. Se fa sei punti in queste partite fa un salto di classifica, ma se ne fa meno e la situazione rimane esattamente quella attuale vorrà dire che anche la cura Ranieri non ha funzionato”.

È stato giusto affidarsi a un traghettatore fino a fine stagione o era meglio cominciare sin da subito un progetto a lungo termine?
“Assolutamente sì. In realtà, io avrei ripreso De Rossi, ma non c’è persona migliore di Ranieri per poter gestire la società e la squadra”.

Che idea si è fatto sull’esonero di De Rossi?
“Sono stati molto precipitosi, una società di dilettanti perché tu non puoi rinnovare il contratto a un allenatore tre mesi prima per tre anni e poi, dopo quattro partite che sono nate male, lo mandi a casa. È un controsenso, però i soldi sono loro, facciano come gli pare, ma li stanno regalando. In questo momento, il vero problema della Roma, più della situazione di classifica, è che non c’è società. I Friedkin, padre e figlio, non si sa dove siano e abbiamo un direttore sportivo che parla solo francese e ogni tanto accena qualcosa in italiano. Peggio del così la cosa non poteva andare”.