Si potrebbe pensare che dopo la decisione di ripartire il cammino del calcio sia tutto in discesa, ma così non è. Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ai microfoni de l’Unione Sarda, parla di tutti i temi ancora in bilico. Queste le sue parole:
C’è stato un momento, soprattutto nel rapporti col ministro Spadafora, In cui pensava potesse saltare tutto?
Abbiamo vissuto periodi molto difficili, per il Paese. non solo per il calcio. Il confronto quotidiano con Spadafora, invece, è stato sempre improntato sulla collaborazione e sulla comprensione reciproca dei ruoli: il presidente della Figc ne ha uno, il ministro dello Sport ne ha un altro, ma risultati, compresi gli interventi in favore del mondo del calcio contenuti nel Decreto Rilancio. ci stanno dando ragione.
La ripresa, anche se a porte chiuse, salverà davvero tutto il sistema?
La ripartenza eviterà al sistema un danno altrimenti difficile da riparare. Perché, oltre ai mancati guadagni nel breve periodo, dobbiamo iniziare a ragionare sul medio-lungo periodo, ad esempio stadi a porte chiuse, svalutazione delle rose e il rischio di una ridefinizione al ribasso del valore del diritti tv. Prima si riparte. prima si inizia a lavorare per invertire la tendenza in futuro.
La questione delta scadenza contrattuali si risolverà con una proroga?
Stiamo lavorando con Leghe e Aic per arrivare ad una raccomandazione stringente, sulla base delle indicazioni pervenuteci dalla Fifa. Siamo tutti concordi nel ritenere che non ci sia altra via se non quella di finire la stagione con le rose con cui e stato interrotto il campionato.
Nel caso di un nuovo stop, il Piano B prevede il ricorso a spareggi e il Piano C la cristallizzazione delle classifiche?
È un percorso chiaro, indicato in una delibera dello scorso Consiglio federale. Nelle prossima riunione definiremo il format di eventuali playoff e playout, nonché il criterio da utilizzare per rendere effettivamente meritorie le graduatorie cristallizzate. Penso ad esempio al numero delle partite giocate da tutte le squadre, piuttosto che quante partite siano state giocate in casa o in trasferta».
Le polemiche sollevate da chi voleva fermarsi non sono mancate. Interessi di parte o effettive richiesta d sicurezza?
La tutela della salute è stata la bussola che ha indicato In rotta anche di chi sosteneva la ripartenza, nessuno ha mai chiesto di giocare in piena emergenza. Per questo, non ho mai condiviso la retorica di alcuni presidenti della non ripartenza che hanno, invece, anteposto i loro interessi di parte a quelli dell’intero sistema.
Come si risolverà la questione del diritti tv in prospettiva?
È un tema di grande interesse e attualità, la Lega riuscirà ad affrontarlo con soddisfazione. Parlare con i broadcaster non è una competenza della Figc, noi abbiamo il compito di creare le condizioni generali affinché l’intero sistema si possa sviluppare al meglio e si renda sempre più appetibile sul mercato televisivo. I periodi di crisi aprono le porte a grandi stagioni di riforme.
Ci saranno anche loro nel calcio?
Me lo auguro, stiamo lavorando per quello. Ma chi pensa che lo strumento normativo messo a disposizione del Governo, per la riscrittura in corsa dei format attuali e di quelli della prossima stagione sportiva, sia il paracadute per stravolgimenti di sistema non condivisi, si sbaglia di grosso. È stato lo stesso ministro Spadafora, giovedi in riunione, a chiarire questo aspetto.
Playoff o playout saranno parte integrante nella riforma della Serie A?
Sono un convinto sostenitore del fascino di queste formule. ma non è all’ordine del giorno per una riforma stabile. Sono solo condizioni eventuali per risolvere il problema di mancanza di date, generato dal Covid19.