Un angolo dello stadio Olimpico è stato riservato agli ultrà. Ma agli ultrà sembra piacere poco. Ai piedi di ogni curva, l’Olimpico ostenterà due pedane: le chiamano “palchi lanciacori“, e il nome dice già tutto. Si tratta di spazi agibili per due ultrà e da cui persone scelte dai tifosi potranno arringare la curva e guidarne il tifo durante la partita. Normalmente lo facevano abbarbicati sulla balaustra, esponendosi a multe delle forze dell’ordine. Da domani sarà legittimo, anzi addirittura istituzionalizzato, poter trascorrere la partita in piedi dando le spalle al campo, per dirigere i cori degli ultrà. È nato tutto come sperimentazione che la questura di Roma ha concordato con l’Osservatorio per le manifestazioni sportive. Ne hanno parlato prima con la Roma, la Lazio si è felicemente aggiunta e alla fine sono state le due società a presentare il progetto, poi portato in esecutivo dal Coni, proprietario dello stadio, e a spendere i 20mila euro necessari per installare le pedane. Come riporta La Repubblica, da venerdì, con l’autorizzazione della commissione provinciale di vigilanza, sono diventate parte integrante dell’impianto. Le istituzioni, certe che sia solo apparentemente una mano tesa verso i tifosi, pongono l’accento sull’altra faccia della medaglia. Ossia la possibilità di rendere più agevoli i controlli per prevenire casi simili a quello di Ciro Esposito. L’accesso ai palchi sarà vietato a pregiudicati e a chiunque abbia avuto un daspo. È riservato soltanto alle persone indicate dai gruppi ultrà, con la comunicazione preventiva dei nominativi al Gruppo operativo di sicurezza della questura: all’ingresso (ogni pedana ha un cancelletto) uno steward controllerà che nominativi e documenti coincidano.